mercoledì 26 novembre 2008

Era un gioco o era un fuoco?

Dante Alighieri nella Divina Commedia considerò il tradimento come il peggiore dei mali, collocando coloro i quali si macchiarono di tale vile peccato nell'ultimo girone, il nono. Il tradimento è una delle pratiche più diffuse nella nostra cultura. Una sorta di ideologia di stampo non solo consumistico (vedi anche “Ritorno al Pinin”) ma anche comportamentale. Quante volte ci facciamo negare al telefono, oppure pacchiamo spudoratamente i nostri amici abbozzando improbabili scuse. Tutte forme di tradimento ampiamente diffuse ai nostri giorni. Come diffusa è anche l’assenza di stupore o collera da parte di chi viene tradito. Tranne in un caso: quando c’è di mezzo l’amore. Perché in amore c’è di mezzo il sesso. Amore e sesso. Ma sono poi così intimamente connessi? Quando si parte dall’amore forse sì. Leggendo con attenzione il canto di Dante che parla dei traditori ci si accorge però che gli adulteri non vengono neanche nominati. Dei parenti, della patria, degli ospiti e dei benefattori, ma dei traditori in amore neanche l’ombra. Gli infedeli si possono scorgere, semmai, molto più in alto, in posizioni maggiormente agiate, fra i lussuriosi. Ma quando allora il tradimento è veniale, quando è mortale? Non fraintendetemi. I miei pensieri non vogliono essere un’istigazione al sesso libero, ma una riflessione in merito al diffuso snobismo del tradimento “di testa”, quando ad essere ingannati sono i sentimenti, ed un esaltato accanimento verso quello corporale, più basso, causato sostanzialmente da sordidi pruriti egoistici. Per dirla alla Milan Kundera, fare l’amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse ma quasi opposte. L’amore non si manifesta con il desiderio di fare l’amore (desiderio che si applica a una quantità infinita di donne) ma con il desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica a un'unica donna).

lunedì 17 novembre 2008

Italians see it better

Circa 10 anni fa, durante uno dei miei frenetici zapping serali, scorsi un individuo in giacca e cravatta intento ad osservare una TV 14 pollici. Che cazzo è sta roba? Sbottai sorpreso. La TV 14 pollici, di spalle alla telecamera, trasmetteva una partita di calcio e lo sbarbatello la raccontava ai telespettatori. Nel frattempo un gruppo di presunti opinionisti sportivi urlava insultandosi. Sorrisi e sarcasticamente divertito dal buffo teatrino ironizzai: "Toh, un tizio che guarda la partita al posto tuo e te la racconta, non san più cosa inventarsi. Fra qualche tempo vedremo tizi che ci racconteranno film, spettacoli teatrali, serate in discoteca, matrimoni e amplessi". Credevo fosse la solita meteora televisiva di qualche rete locale, in realtà queste trasmissioni con il passare del tempo si sono ritagliate il loro spazio imponendosi come alternativa alla visione diretta delle partite. Ma il successo di questi format, giustificato fino a qualche anno fa dalla bassa diffusione nelle case italiane delle TV a pagamento, oggi appare quantomeno singolare. Perché inserire tra noi e la realtà un intermediario che si emoziona in nome e per conto, urla, gioisce, piange, si dispera e gode al posto nostro?A pensarci bene nel sesso questo può far comodo. Per lo meno i dati sembrano confermarlo: il calo del desiderio sessuale dell'uomo è triplicato negli ultimi dieci anni. Se prima era lei a cercare scuse, adesso è lui a utilizzare l'alibi del mal di testa sotto le lenzuola. Il macho mediterraneo, uscito spavaldo dal bar preferisce scappare tra le braccia virtuali di un'amica di chat o l'abbraccio morboso ma distaccato di un film porno. Le donne virtuali, si sa, sono sempre soddisfatte qualunque sia la prestazione e nei film porno a trombare c'è qualcun'altro al posto suo. Così si passa velocemente dal fare al guardare. Fin qui tutto normale, ormai ci siamo abituati. Ma quale sarà il prossimo passo? Di cosa deve temere il guardone nel mero e semplice guardare? Forse l'essere scoperto a guardare. Molto meglio far guardare qualcun altro al posto suo e nel frattempo guardare chi guarda.
Ricapitoliamo: dal fare...al guardare...al guardare il guardone. Secondo voi son troppo pessimista? Staremo a vedere. Anzi, a guardare.

mercoledì 12 novembre 2008

giovedì 6 novembre 2008

Bighe e gladiatori

Tutto ebbe inizio un paio di settimane fa quando, durante una partita di calcio, lo stopper della squadra avversaria scambiò la mia schiena per una pertica e ci montò sopra, non curante della mia povera cervicale. La mattina seguente decisi di andare alle Molinette per un paio di lastre. Il collo era infatti piegato verso destra e da lì non voleva proprio saperne di muoversi. Peggio di lui solo la mia capigliatura, copiosa di tirabaci e nidi di merlo, frutto artistico/estetico della tormentata notte insonne. Dopo mezz'ora di coda la voce roca dell'altoparlante pronunciò il mio nome. Entrai nell'ambulatorio e ad accogliermi trovai una tremendamente sexy dottoressa quarantenne, mora, con uno stetoscopio al collo che faceva da cornice ad una disarmante scollatura. Accanto a lei 2 praticanti poco più che ventenni, di cui una selvaggiamente riccia con un camice bianco che faticava a nascondere un fisico da urlo ed una sodezza imbarazzante. Mi chiesero di raccontare l'accaduto ed io, preso dall'intrippamento, rincarai leggermente la dose: descrissi la partita di calcio come una battaglia fratricida tra gladiatori e schiavi (gli avversari) nel bel mezzo di un anfiteatro gremito ed eccitato (il campetto) e lo scontro, violentissimo, prese connotazioni epiche. Le tre ascoltavano le mie imprese senza fiatare, sentivo di averle in pugno.
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" ..il collo dovrà farle molto male, vuole un antinfiammatorio?", mi chiese la dottoressa."..si, grazie, ne avrei proprio bisogno..", feci io."Si tiri giù i pantaloni e si sdrai sul lettino, le faccio un intramuscolare".Oh cazzo, pensai, "...hem..scusi..non ha per caso nulla per bocca? Le sirighe le patisco un po'..."."Ma suvvia, uno sportivo come lei..vedrà, non sentirà nulla. Forza, si slacci i pantaloni!", tuonò. Feci come disse. Mentre goffamente mi calavo le mutande percepii le pupille delle praticanti palpare le mie bianche natiche. La situazione si era invertita, ora erano loro che avevano in pugno me. Un attimo dopo che l'ago sprofondò nel gluteo ebbi solo la forza di sussurrare: "..svengoo...o..". Arrivarono 2 infermieri, mi alzarono le gambe e mi fecero riprendere."Appena se la sente può andare in radiologia"Mezzo rintronato e pallido come un becchino mi alzai e vidi una sedia a rotelle."ma...""Le regole. Se sviene deve spostarsi con questa".
Mi sedetti ed un infermiera mi scarrozzò in giro per l'ospedale, parcheggiandomi in una sala d'aspetto gremita di pazienti. Non mi ero mai sentito così imbarazzamente osservato come in quell'occasione. Sguardi caritatevoli e sbirciate morbose intente a carpire per quale ragione un ragazzo così giovane fosse seduto su quella carrozzina. Incominciavano dal volto per poi passare agli arti inferiori. Mi cadde la sciarpa e ben 3 persone si alzarono per raccogliermela. Dovevo ringraziare tutti, quelli che mi trasportavano, quelli che mi facevano passare, ringraziare, ringraziare, ancora maledettamente ringraziare. Mi sentivo impotente.
E' stata un esperienza mistica, preziosissima. Non ho mai fatto retorica sul blog e di certo non inizierò oggi, ma da quel giorno quando vado a correre e stremato decido di fermarmi, ripenso a quella biga a 4 ruote su cui poggiai il culo. E corro più veloce.

domenica 2 novembre 2008

Paraschizzinoia

Non apro mai le maniglie delle porte dei cessi,
neanche quelle di casa mia.
Non tiro mai l’acqua dello sciacquone.
Nei pub non mangio mai patatine dalle ciotole.
Mi detergo le mani 200 volte al giorno.
Non bevo alla bottiglia, neanche da solo.
Odio i peli del gatto e l’odore del cane.
Impugno sempre la tazzina del caffè con la mano sinistra,
meno bocche si sono posate da quel lato.
Ispeziono le curve di una forchetta più accuratamente di quelle di una donna.
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Ma per essere dei buoni amanti bisogna non essere schizzinosi? Se talune cose che si combinano tra i sessi si son sempre chiamate zozzerie, sporcaccionate o semplicemente porcate, la risposta sarà sicuramente sì. Oppure il sesso, come predicavano (e praticavano) i pagani, è qualcosa di intimamente più alto e puro, fatto precipitare in viscere bisunte dall’avvento dell’attuale religione monoteista che lo ha sempre considerato, appunto, “sporco”?
Boh. Ora vi saluto. Vado a detergere tastiera e mouse con alcool isopropilico disinfettante.