martedì 18 dicembre 2007

Era un gioco o era un fuoco?

Dante Alighieri nella Divina Commedia considerò il tradimento come il peggiore dei mali, collocando coloro i quali si macchiarono di tale vile peccato nell'ultimo girone, il nono. Il tradimento è una delle pratiche più diffuse nella nostra cultura. Una sorta di ideologia di stampo non solo consumistico (vedi anche “Ritorno al Pinin”) ma anche comportamentale. Quante volte ci facciamo negare al telefono, oppure pacchiamo spudoratamente i nostri amici abbozzando improbabili scuse. Tutte forme di tradimento ampiamente diffuse ai nostri giorni. Come diffusa è anche l’assenza di stupore o accesso di collera da parte di chi viene tradito. Tranne in un caso: quando c’è di mezzo l’amore. Perché in amore c’è di mezzo il sesso. Amore e sesso. Ma sono poi così intimamente connessi? Quando si parte dall’amore forse sì. Leggendo con attenzione il canto di Dante che parla dei traditori ci si accorge però che gli adulteri non vengono neanche nominati. Dei parenti, della patria, degli ospiti e dei benefattori, ma dei traditori in amore neanche l’ombra. Gli infedeli si possono scorgere, semmai, molto più in alto, in posizioni maggiormente agiate, fra i lussuriosi. Ma quando allora il tradimento è veniale, quando è mortale? Non fraintendetemi. I miei pensieri non vogliono essere un’istigazione al sesso libero, ma una riflessione in merito al diffuso snobismo del tradimento “di testa”, quando ad essere ingannati sono i sentimenti, ed un esaltato accanimento verso quello corporale, più basso, causato sostanzialmente da sordidi pruriti egoistici. Per dirla alla Milan Kundera, fare l’amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse ma quasi opposte. L’amore non si manifesta con il desiderio di fare l’amore (desiderio che si applica a una quantità infinita di donne) ma con il desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica a un'unica donna).

martedì 11 dicembre 2007

Culi & tette production

La droga non è un problema di sostanza, bensì di dose. Qualsiasi cosa presa in dosi eccessive è nociva e crea dipendenza. Dal fumo al caffè, fino all’amore. Quanti, ad esempio, hanno ucciso per passione. Per non parlare della religione. O del sesso. Il sesso in particolare viene somministrato massicciamente anche per promuovere altre droghe o con l’intento di aumentare dosi di altre sostanze. Di sesso, è risaputo, se ne abusa, ma quando l’abuso è annidato nelle viscere del servizio pubblico si aggiunge anche l’aggravante del cattivo uso. In tv, ad esempio, non riusciamo a scorgere altro che tette e culi dappertutto, in Mediaset come in RAI. Questi branchi di natiche e mammelle hanno invaso anche programmi culturali, scagliandosi come meteore (anzi meteorine) addirittura sui tg, che spiattellano in terza notizia provocanti calendari, con il fastidioso risultato di ritrovarsi arrapati anche quando ci si vorrebbe semplicemente informare sul mondo o concentrarsi su un dibattito politico. Attraverso il canone (16.216.000 famiglie paganti – dati RAI - per 104 euro, fate voi) una tv di stato (democratico) non dovrebbe abbassarsi alle regole dell’audience e della pubblicità ma differenziare l’offerta attraverso programmi più alti, anche a costo di generare ascolti insignificanti. Così facendo garantirebbe la libertà ai cittadini di scegliere cosa guardare.
La RAI deve trasmettere più cultura. È un suo dovere. Come è mio dovere spiattellarvi sul post questo bel culo. Perché il mio è un blog di intrattenimento, per creare dipendenza da Gastaldology e perché nessuno di voi mi paga periodicamente una quota al fine di pilotare i miei scritti.
Non siete d’accordo, siete schifati dalle banalità e vorreste più approfondimenti socio culturali, dritte per il giardinaggio o leggere i post in inglese? Oppure più sesso, rubriche di consigli erotici e “poste del culo” anziché “poste del cuore”? Donate il 5 per mille a Gastaldology, diventerete azionisti di pensiero.

martedì 4 dicembre 2007

Careca

di Silvio Viale

A Careca in realtà gli animali piacciono ma in modo moderato. Non parla di certo con loro, non ne sente particolarmente l'affetto, ma il suo love-marketing gli impone il contrario. Lui ha un bastardino, di quelli con gli occhi dolci, che prende, mette in macchina e porta in giro per la città, cercando luoghi molto frequentati da fanciulle. Un lunedì sera deciso ad usare il suo love-cane-marketing si narra abbia fatto più di 73 km in Torino prima di decidersi a fargli fare una passeggiata. Proprio quella sera passando in una delle vie laterali di mirafiori nota una splendida fanciulla dai capelli biondi vestita molto sport, con il suo cagnolino e ovviamente al cellulare. Si ferma fa due passi con Corona (il nome del cane) gira l'angolo e torna indietro, proprio come se casualmente fosse finito sulla strada della biondina. Corona è addestrato e quando Careca lo libera in presenza di una fanciulla le corre incontro e cerca il suo affetto.
Barbara: che bello come si chiama?
Careca: Corona!
Barbara: Come la cantante?
Careca: No! Come la birra! (e sorride)
La serata finirà alle 5 del mattino! La tipa combinazione aveva 3 Ceres nel frigorifero...

Se la storia ti ha appassionato, puoi incontrare Careca sul blog di quel fenomeno di Silvio all'indirizzo http://www.silvioviale.blogspot.com/

lunedì 3 dicembre 2007

INTERVENTO NON AUTORIZZATO!

Ed ecco che per la prima volta su GASTALDOLOGY lascia la firma GASTALDINA!Per chi non mi conoscesse sono la sorellina del Gran Visir,nonchè Goleador,Gasta!Ho pensato che a tutti voi avrebbe fatto piacere farvi 2 risate guardando il GASTA-COWBOY!!!Vi lascio il link del mio blog dove potrete trovare il foto-documentario della serata...
Per capirci io sono quella con il camiciotto quadrettato arancione..molto country!!!
Saluti a tutti Gente!
Fe
http://fedegasfedegas.spaces.live.com/

martedì 27 novembre 2007

Adorato adepto

Adorato adepto, beneamata adepta, oggi la tua voglia di leggermi è saldamente controbilanciata dalla mia non voglia di scriverti. Morale: il post di questa settimana me lo inventi tu.
Le tracce proposte sono:
1- “La blëssa a passa, l’rest a resta”, tradotto in italiano “la bellezza passa, il resto resta”.
2- E’ incredibile quanto la smorfia di dolore sia simile alla smorfia di piacere. Siamo agli antipodi oppure il confine tra sesso e dolore è tremendamente sottile?
3- La religione è un surrogato della fede. Religioni e altri surrogati.
4- Qualsiasi cosa vi passi per il capo. Pensieri, pettegolezzi, storie di amori segreti, insulti (se con stile), denunce, racconti, calcio, quiz, burlate, fantasie erotiche, flirt estivi, sesso, manette, scappellotti, rose, emozioni.

L’iniziativa è aperta a chiunque, anche a quel sottobosco di timidoni che continuano a comunicare via personal mail anziché attraverso gastaldology. Tutti i post dovranno essere inoltrati entro fine settimana alla casella mail luca.gastaldi@gmail.com .
Domenica mattina, in compagnia del mio piumone e di una tazza di tè, leggerò i vostri capolavori e deciderò quale pubblicare. Buon lavoro.

martedì 20 novembre 2007

Ritorno al Pinin

Credo di poter affermare con approssimativa sicurezza che mio nonno Giuseppe, detto Pinin, durante i suoi primi 30 anni abbia avuto la fortuna di conoscere suppergiù 400 ragazze. Noi, tra licei, università, vacanze in giro per il mondo, chat, my space e avatar, all’incirca 4.000. Forse perché il povero nonno Pinin, ai suoi tempi, in un’ora di tragitto riusciva a percorrere una cinquantina di km. Noi, comodamente seduti su di un jet a 900 km/h, dopo 60 minuti ci troveremmo in qualche biondissimo paesino del nord Europa. Alta velocità, velocità della luce, internet che da “facile” diventa “veloce”. Che bello. Che bello che la tanto ambita velocità, traguardo e baluardo dell’era tecnologica, ci abbia fottuto senza che ce ne accorgessimo. Da quando quel pistola di Beniamino Franklin coniò il famoso detto “Il tempo è denaro” e, di fatto, promosse la “fretta” da fastidioso incomodo da debellare a entità più alta, ebbe inizio l’inesorabile discesa culturale e spirituale di noi occidentali. Acquistiamo, consumiamo e viviamo con frenesia qualsiasi cosa, con il risultato che la mentalità usa e getta ha appestato anche i rapporti interpersonali, che nascono, si consumano e muoiono in fretta. Nuova gente è arrivata e brama di conoscerci, perché sola. Più gente c’è, più ci sentiamo paradossalmente soli. Ovviamente la necessità di far presto a tutti i costi è arrivata anche dove non avremmo voluto, cioè nel sesso. Oltre alla crescente presenza dei simpatici eiaculatori precoci, lo testimoniano le tante prese di posizione in favore della mitica sveltina, anche da parte delle donne (!?!).
Chi volesse insorgere contro questo distorto modo di vivere il nostro tempo può trovarsi ogni sera al "Dopo lavoro" di Piobesi Torinese. Lì troverà uno sparuto gruppo di ribelli che giocano a scopa capeggiati da nonno Pinin. Che, non dimentichiamocelo, scrutò attentamente ognuna delle 400 pollastre a sua disposizione, ne scelse 1 e non la cambiò più.
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. Creta, estate 2006

lunedì 19 novembre 2007

Il lunedì delle zozzone

Si chiude la settimana delle zozzerie con le rappresentazioni della natura. Buon lunedì ragazzi.

giovedì 15 novembre 2007

la settimana delle zozzerie 2

Le zozzerie continuano

VENERDI'

SABATO E DOMENICA

La settimana delle zozzerie

Causa problemi tecnici alla barra destra del blog, quello che volevo mettervi lì ve lo posto.


Prosegue dunque la settimana delle zozzerie, con il mercoledì perso di ieri


....ed il giovedì

Unodei miei 5 libri preferiti, inoltre, hanno pensato bene di raccontarlo in un film, con la splendida Mezzogiorno nel ruolo di Fermina Daza

lunedì 12 novembre 2007

Paraschizzinoia

Non apro mai le maniglie delle porte dei cessi,
neanche quelle di casa mia.
Non tiro mai l’acqua dello sciacquone.
Nei pub non mangio mai patatine dalle ciotole.
Mi detergo le mani 200 volte al giorno.
Non bevo alla bottiglia, neanche da solo.
Odio i peli del gatto e l’odore del cane.
Impugno sempre la tazzina del caffè con la mano sinistra,
meno bocche si sono posate da quel lato.
Ispeziono le curve di una forchetta più accuratamente di quelle di una donna.

Ma per essere dei buoni amanti bisogna non essere schizzinosi? Se talune cose che si combinano tra i sessi si son sempre chiamate zozzerie, sporcaccionate o semplicemente porcate, la risposta sarà sicuramente sì. Oppure il sesso, come predicavano (e praticavano) i pagani, è qualcosa di intimamente più alto e puro, fatto precipitare in viscere bisunte dall’avvento dell’attuale religione monoteista che lo ha sempre considerato, appunto, “sporco”? Boh. Ora vi saluto. Vado a detergere tastiera e mouse con alcool isopropilico disinfettante.

lunedì 5 novembre 2007

Battiato politan

“Tramontato il maschio rude, quasi archiviato il metrosexual, è il momento dell’heteropolitan. Fisico da urlo e modi da bravo ragazzo, questa la nuova tendenza del maschio metropolitano. Alcuni “heteropolitan” sono considerati Thierry Henry, George Clooney, Brad Pitt e Clive Owen. I «nuovi uomini» sono ricercatissimi dalla pubblicità, soprattutto dalle aziende di prodotti cosmetici. Non a caso, una ricerca della Euromonitor ha calcolato che da qui al 2011 l’heteropolitan spenderà cifre record per la palestra e i libri di cucina, le innovazioni tecnologiche e i vestiti, i mobili per la casa e le vacanze”.
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Tratto da “D: la Repubblica delle donne”, novembre 2007
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Da sempre la sociologia ed i media hanno cercato di rinchiuderci in definizioni, studiando le nostre strutture sociali ed i processi che generano gruppi. Il fatto è che da un po’ di tempo non si accontentano solo di osservare e classificare i comportamenti, ma pretenziosamente li vogliono guidare, comandandoli. Ovviamente tutto in ottica di profitto. Noi, insicuri, indecisi ed in balia del giudizio altrui determinante, bruchiamo alla deriva mediatica come un gregge di pecore lobotomizzate dietro ad ogni stronzata spalmata su mensili per Donne Moderne e For Men. Se siamo single, poi, ci sentiamo uggiosamente soli e vorremmo fidanzarci. Da fidanzati, la routine ci sopprime e desidereremmo evadere. Se siamo ricce ci facciamo lisce, se siamo bionde ci facciamo rosse e così via. Senza mai domandarci quanto sia ridicolo far dipendere il nostro umore dal giudizio di altre persone. E pensare che la risposta l’aveva già trovata nel 1981 lo sconfinato Franco Battiato. Non ricercando la verità in un attico di qualche aperitivo o attraverso le parole orfane di congiuntivi del maschio metropolitano del momento. Ma dall’interno, alla scoperta dell’ormai celeberrimo centro di gravità permanente. Più efficace e carismatico di qualsiasi crema anti età.

martedì 30 ottobre 2007

Deliri da contravvenzione

È davanti ai miei occhi, anche lei pare mi osservi. L’afferro stretta con entrambe le mani, la scuoto ed impreco: 158,00 euro e -5 punti sulla patente. Pensate, sfrecciavo non curante del pericolo a 67 Km/h. Pazzesco. È incredibile come in quest’Italia bonaccion-giustizionalista, educata a pacche sulle spalle e pugni di ferro, a pagare non sia chi effettivamente abbia commesso il reato, bensì l’innocente. Così accade che se un coglione saetti a 160 Km/h in pieno centro abitato e stiri sborniato fradicio una vecchietta, il venerdì successivo venga ritirata la patente per 6 mesi ad un povero cristo uscito 2 ore a farsi una sana bevuta in osteria.
Perdonami se te lo dico, ma non hai capito proprio un cazzo. Se uno dribbla a 160 all’ora il panettiere o il farmacista non devi venire da me che mentre mangio pane e salame mi faccio 2 bicchieri di barbera vivace. Se un coglione alterno chic per fare il figo si organizza le vacanze in Yemen e prenota una capanna nel villaggio dei ladroni, non lo devi liberare coi miei soldi, ma il riscatto se lo paga lui. Se una topina anche d’inverno si veste “minimal”, rigorosamente con cosce, ombelico e schiena all'aria aperta, i medicinali non glieli passi, ma se li compra (ragionando bene quest’ultimo esempio non calza un gran che, anzi sarebbe doveroso riflettere in merito ad una serie di incentivi e sgravi a favore dello stile minimal invernale...).
Tutto questo, tra l’altro, in nome della sicurezza di noi cittadini. Ma quale sicurezza? La verità è che la sicurezza è soggettiva. Ed è dimostrabile scientificamente. Nel mio caso, ad esempio, il metodo contraccettivo più sicuro è la retromarcia. Da anni, infatti, la sperimento affinandola con successo in tutti i miei rapporti non occasionali, e di cicogne in giro non ne ho mai viste svolazzare.

giovedì 25 ottobre 2007

we love football

Amici, adepti e quant'altro, da oggi potrete anche voi appassionarvi con le eroiche gesta dei 12 leoni del Caffè Corretto Cernaia. Per presentarvi questa singolare squadra di scapestrati innamorati del calcio ho proposto a Fabio Pozzar, il nostro capitano, di scrivere 2 righe in merito. Buona lettura e buona visione. E mi raccomando, seguiteci. Vi emozioneremo.

"Dopo anni trascorsi a calpestare i più svariati campi di calcetto della provincia torinese, due anni or sono i fantastici tre (Gasta, Ghione, Pozzar) decisero che era giunto il momento di dare una svolta alla loro carriera. Gettate le divise dello Sporting Ghione, fondarono il Caffè Cernaia, iscrivendosi con entusiasmo al campionato Time Out di calcio ad otto. Un anno di sofferenze, polemiche, delusioni ed arrabbiature, un anno difficile che vide spiragli di luce soltanto verso il termine dello stesso. Gli intrepidi, pero', credettero nel progetto. Mantenuti in organico i migliori elementi, acquisiti giocatori di livello, epurate le mele marce, fondarono con sempre maggior entusiasmo il Caffè Corretto Cernaia. La stagione e' appena iniziata e martedì sono già arrivati i primi tre punti. Settimana per settimana racconteremo la gioia di un gruppo che si appresta a compiere una lunga cavalcata insieme. Amici e compagni. Eccoli".
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ENTRA nell'area dedicata al Caffè Corretto Cernaia
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domenica 21 ottobre 2007

Giriamo la frittata

In un lussuoso ristorante di un lussuoso centro cittadino cinque amiche, elegantemente addobbate e piene di grazia, si scambiano alcuni pensieri.
D. : “Sei poi uscita con Brad?”
O. : “Si, ed abbiamo trascorso una bella serata. Mostra sui Longobardi, aperitivo, passeggiata in centro ed una volta sotto casa….bacio sotto il portone!”
N. : “Carìinooo…”
N. : “…e poi, cosa gli hai combinato, zoccolona...!”
A. : “…e ci sapeva fare?”
O. : “E poi un cazzo! Mentre mi baciava ha incominciato a leccarmi tutta, labbra, naso, guance, denti…che schifo!”
D. : “Nooo! Ti sei beccata uno sbrodolone!”
O. : “E pensare che con quel sorriso, quelle labbra e soprattutto quel culo avrei immaginato ben altre cose che asciugarmi la sua bava dalla faccia…”
N. : “E’ proprio questo il pericolo degli sbrodoloni, non te ne accorgi fino a quando non ti immergono nella loro saliva.. sono i peggiori!”
N. :“No guarda i peggiori sono quelli che tengono la lingua a cozza e aspettano che faccia tutto tu...se uno muove la lingua a cozza figuriamoci come muoverà l’uccello!!”
A. : “Io di lingua a cozza ne ho scaricato uno la scorsa settimana”
O. : “Amiche, secondo voi anch’io dovrei lasciare Brad?”
D. : “Brad? Vorrai dire Sbrod! O Brodino!”
D., O., N., N., A. : “Ah…ah ah!...”.

Se le ragazze potessero ascoltare quello che diciamo durante le nostre uscite da cani sciolti e conoscere dove posiamo gli sguardi mentre esaminiamo clinicamente le loro passeggiate, ci lascerebbero all’istante.
Pensandoci bene, la cosa è reciproca.

martedì 16 ottobre 2007

La castità dei castrati (I Caraibi sono qua)

“Piuttosto che avere un finto orgasmo con un uomo vero preferisco avere un vero orgasmo con un fallo finto”.

Così ringhiava tempo fa una giovane ospite intervistata da Chiambretti a Markette. Capello corto, occhi cobalto, spirito indomito e perfidia latente travestita da ingenuità puerile. È lo standard femminile di questi ultimi tempi, da quando la candida Barbie è stata sostituita (qualcuno dice addirittura uccisa) dalle perfide Winx. Ragazzine di prima media armate di lucidalabbra e ombelichi scoperti questionano il sesso meglio di un trattato sul tantra, lasciando i maschietti del resto della classe, ancora alimentati a pane e play station, attoniti ed increduli.
Mi è sempre puzzato lo sventolio dei buonisti filo-vaticani del ritrovato valore della castità tra i giovani, eroi del terzo millennio, che rifiutano il compromesso con l’immoralità certi che la purezza custodisca l’amore autentico. Penso infatti che tutto questo sforzo nel ricercare la propria integra dignità non derivi dall’alto dei cieli, ma debba essere ricercato un po’ più in basso, a circa un metro da terra, raggomitolato paurosamente in mezzo alle gambe degli ometti. Povero pistolino, bersagliato fin dalle tue prime erezioncine mattutine da sensi di colpa, ansie e super falli cosmici in giro per la tv, ora non ne vuoi proprio più sapere. Vai a trascorrere le vacanze a Cuba o in Brasile a fare il pieno di machismo e spedisci le farfalline, nel frattempo anche loro entrate in crisi, in terre sperdute alla ricerca di bambù giamaicani e caraibici.
Tornate pistolini e tornate farfalline, guardatevi negli occhi l’un con l’altra e capitevi anziché girare il mondo per una trombata a pagamento. Con un po’ di pazienza, vi accorgerete all’improvviso che i Carabi sono qua (gratis).
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Winx Stella, fata della Luna e del Sole, attentissima alla sua forma esteriore e spesso impegnata a creare pozioni d'amore per i suoi contendenti

martedì 9 ottobre 2007

L'involuzione della specie

Giovedì sera all’ennesima inaugurazione dell’ennesimo locale invernale (qui a Torino cambiano solo i locali, le facce e gli idioti son sempre gli stessi) ho potuto constatare l’intensificarsi tra i tavoli dei privè di una particolare specie dell’universo femminile torinese: la tamarracabina. Griffata, sguardi per nessuno, indifferente a tutto quello che non abbia le sembianze di un magnum, accento calabrese ed intercalari siculo-francesi (ex. “minchia però”). È l’evoluzione impazzita della shampista tradizionale nonché cugina maligna della nostra preferita, la pirotecnica shampachic.
Non dobbiamo certo scomodare Darwin per affermare che è l’ambiente a compartimenti stagni della nostra tanto amata città delle auto e dei cioccolatini, militare prima e industriale poi, ad aver creato questi mostri. Tra i lampioni illuminati che cingono la Mole pure i trans portano il tauilleur e anche chi non può permetterselo se la tira. Una vera catastrofe per i maschietti smaniosi di fusa, carezze e graffi da gattine ruffiane. Dapprima sballottata alla deriva genetica, la specie (un po’ sfigata) dell’Homus Taurinense è uscita dalla pàuta e si è progressivamente evoluta, affinando le caratteristiche ruspanti che la rendono meglio adatta a questi ambienti aridi ed impervi. Ora possiede gli attributi per invadere l’Italia, ma di certo non lo farà. Non sia mai che qualcuno lo venga a sapere..
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Glossario:
Shampista (o shampa): non ha bisogno di definizioni, l’antitesi della classe in formato scorreggia.
Tamarracabina: shampa con sindrome di inferiorità verso le cabinotte (o paroline, ecc..) che fa di tutto per assomigliarle.
Shampachic: shampa curata in modo grazioso e sobrio, che non dà a vedere la sua derivazione tamarra (fino a quando non la si vede sputare in terra).
(mi scuso se sull'argomento "shampa" manca qualche definizione, ce ne sarebbero troppe…)
Pàuta: \ p'&ut& \ sost. f. fango. Al plurale pàute. Vedere anche paciòch, nita.

giovedì 4 ottobre 2007

L’occhio vuole la sua parte. E gli altri pure

Le femmine in calore delle scimmie sono solite richiamare l’attenzione dei loro pretendenti attraverso un'evidente modificazione delle parti intime, che si infiammano acquistando il morboso aspetto di melagrana matura. Una vera e propria insegna sexy per i maschietti più distratti. Da sempre negli uomini l’impulso sessuale parte dalla vista. E anche se la sessualità del gentil sesso, più interessante e curiosa, è legata ad altri aspetti come l’immaginazione o le terminazioni nervose auditive, la società moderna porta a soffermarsi solo su alcuni dei 5 sensi, seppellendo gli altri nei meandri dell'inconscio.
Alcune sere fa, assaporando per caso un famoso liquore alla pesca (in coda ad un paio di Rum Cooler), non solo sono stato teletrasportato nel passato al tempo delle prime ciucche, ma con piacevole sorpresa ho anche resuscitato il profumo d’erba umida delle sere estive, dove di nascosto ci sdraiavamo con le ragazze. E poi ancora il gusto dei primi baci, lunghissimi e fradici di lingue pioniere, le prime tette sfiorate da polpastrelli indiscreti ed esausti dopo aver slacciato cinture e scavato canottiere, l’odore dei capelli, della pelle sudata, della patatina. “Eccezionale”, mi son detto, “devo assolutamente dare dei compiti per casa la prossima settimana”. Eccoli.


Compiti per casa di questa settimana
Non affrettate l’amore, ma guardatevi intensamente, sussurratevi nelle orecchie poesie di Neruda, cospargetevi il corpo con dolci d’uva e con miele, degustatevi, palpatevi partendo dalle parti del corpo meno esplorate ed annusatevi tutti. Perché i sensi sono l’anticamera del piacere.

lunedì 1 ottobre 2007

Matado !

Torino - Juventus 0-1. Goal di David Trezeguet al minuto 93.

Chi meglio dello 0-0 sul tabellino finale avrebbe impersonificato questo Derby brutto e nervoso (seppur corretto). Ma le cose, come sapete, sono andate in un altra maniera. Proprio come non avrebbero mai voluto perdere i granata. Proprio come se la sono sempre sognata i gobbi.

giovedì 27 settembre 2007

Nel nome del Derby

Sotto le marmitte delle 127, dentro ai giardini delle case, rotolati nei fiumi, sui tetti dei garage, sui balconi, bucati dentro ai cespugli, fradici all’interno di pozzi, impigliati fra i rami degli alberi, insaccati nella rete dopo aver subito un goal. Quanti palloni recuperati. E quanti persi. Quante partite, viste e giocate. Abbiamo iniziato a correre dietro a questa sfera d’aria ricoperta di cuoio ancor prima di correr dietro alle ragazze. Muretto, tedesca, partitella per la via, gara di rigori. Se nessuno voleva giocare, gara personale di palleggi.
E quanti Derby.
Prima quelli raccontati, di Pulici, Graziani, Causio e Bettega. Poi quelli di Le Roi Platini (è colpa sua se ho deciso di fare l’attaccante) fino ad arrivare al rocambolesco 3-3 del 2001 ed al goal di tacco di Del Piero. Ed ora eccoci nuovamente qua, ad aspettare con brama. Da tifoso anomalo, scarno di stadio e di curva (destino di chi ha praticato il calcio a 11 per lungo tempo), non provo odio particolare per l’una o l’altra squadra. Certo, quando il Toro o l’Inter non vincono il mio lunedì ha tutta un’altra facciata. Ma odio no.
Passione.
Passione, quella si. Prima di tutto per il calcio in ogni sua espressione come suscitatore di emozioni. E poi per la mia squadra. Formicolio allo stomaco, tipo innamoramento, ma più smanioso. Trepidazioni. Inquietudini. Spasmi. E poi liberazione, gioia. Quella che devi urlare fuori a tutti i costi: il goal.
E se Bukoswsky desiderava esser seppellito vicino all’ippodromo, così che potesse sentire l’ebbrezza della volata finale, io mi farò sotterrare vicino allo stadio, così che possa sentire l’urlo di passione recondita sprigionato dal principe dei goals, il goal segnato durante quella dolce sofferenza chiamata Derby.

martedì 25 settembre 2007

Il filosofo barcollante e la dottrina vespertina

Il filosofo barcollante non ha molti vizi ed è un gran lavoratore. A volte alza un po’ il gomito, ma ha tutt’altro aspetto di un ubriacone. Anzi, piace più alle mamme che alle figlie. Il filosofo barcollante predilige lo spettacolo. Ovviamente quando si trova a porta vuota con la palla fra i piedi non esita a buttarla dentro. Ma un’azione di prima, con palleggi e colpi al volo, lo esalta quanto una marcatura.
Il filosofo barcollante, al calar del sole, elargisce parabole di sapienza, pillole di infinito che illuminano disarmando chi gli sta di fronte. Spesso si auto aiuta, durante la distribuzione di emozioni cosmiche in formato pocket, con infusi alcolici di ogni genere. Il filosofo barcollante, al suo risveglio, non ricorda nulla, ma è avvolto da una piacevole sensazione di aver trascorso una serata indelebile insieme ai suoi amici. Povero, non avrà nulla da raccontare ai suoi nipotini. E’ il triste destino dei beoni che, proprio perché storditi dagli effetti dell’alcol durante le loro scorribande, avranno un futuro senza ricordi.
Il filosofo barcollante ha preso consapevolezza della propria erudizione e la gente ha incominciato ad ascoltare e raccogliere i dardi della sua dottrina vespertina una sera quando, consolando un amico sopraffatto dalla tristezza per esser stato lasciato dalla sua fida (storicamente considerata dai più come donna di malaffare nonché passeggiatrice mondana), gli disse: "Se ti compri un secchiello bucato, poi non lamentarti di essere senz'acqua".

martedì 18 settembre 2007

La Sindrome della Ciambella

“Oh...Lei chi è, parente della sposa o dello sposo?”
“Nessuno dei due, signora, sono il fidanzato di una amica della sposa”
“Ah. Che bella coppia, nèh? E quanto sono innamoraaati, si vedeva da come si guardavano l’un con l’altra sull’altare..”
“E’ da molto che stanno insieme?”
“Ma disme nen, dopo sei mesi che si parlavano hanno già deciso di sposarsi. Ho dovuto in fretta e furia farmi portare da mia figlia a comprare un vestito da festa”
“Speriamo che non li colpisca la Sindrome…”
“Come…?”
“Niente, signora. Niente.”

In questo scorcio di settembre come ogni anno intasato da riti nuziali, farciti di amori sempre più formato discount sempre meno produzioni artigianali di qualità, è molto difficile non essere inghiottiti da almeno un matrimonio. Così domenica pomeriggio, ispirato in egual modo dal Nebbiolo del pranzo di nozze, dal Mielò ingurgitato la sera prima a Caluso e dall'alito al peperone bagna' 'nt l'oli della signora di Barge zia della sposa nonché mia vicina di Macarena, ho accostato il fantastico mondo dei matrimoni last minute ai momenti d'angoscia vissuti quando la spietata Sindrome della Ciambella si impossessava di me con cadenza periodica.
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Durante la mia ormai lontanissima carriera mancata da single a vita, i sintomi della malattia, puntuali come la morte, si manifestavano all’incirca due volte l’anno:
- inebriamento iniziale
- palpitazioni
- formicolii
- somme di denaro immense gettate in eterne e mielose conversazioni telefoniche
- dichiarazioni d’amore shakesperiane
Il tutto sfumato da nebbie infatuanti, tremendamente abili a cospargere con polvere di stelle il capo della malcapitata fidanzata di turno avvolgendola in un’abbagliante veste rosa da principessa incantata.
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Ma il tempo, quando vuole, sa essere insensibilmente spietato. Con il passare dei giorni la nebbia poco a poco si diradava, i difetti prendevano il sopravvento e la consapevolezza che l'incantesimo si fosse irrimediabilmente rotto affiorava quando, strofinandomi gli occhi per l'incredulità, l'elegante abito rosa da principessa si trasformava in una tuta marrone da mercato (di un paio di taglie più larga, tra l’altro). La sensazione che si prova in questi momenti è quella di avere il culo incastonato in un’enorme ciambella e non riuscire a tirarlo fuori. Da qui, appunto, il nome della Sindrome.

Che fare? Silenzi, ritardi, impegni vari, ancora silenzi, qualche lacrima. Ed ogni volta la promessa (da marinaio) di non partire più in quarta in un rapporto. Ma l’amore, si sa, è il contrario della dichiarazione dei redditi: si dichiara sempre di più di quello che si ha. Seppur siano presenti molti evasori.

martedì 11 settembre 2007

Avere 30 anni

Post di questa settimana poco da leggere tutto da vedere e commentare. Lasciamo raccontare le immagini e le canzoni (mi raccomando le casse accese). Un ringraziamento particolare ai 2 festeggiati (comprese le loro fide) per lo sbattimento e le emozioni che ci hanno regalato ed al padrone di casa, Renzi, che ha impacchettato la festa in una graziosa cornice. Per il resto tutto è venuto da sé, come da manuale dei migliori party: un pò di conversazione iniziale, una spruzzata di sangria (e non solo), entusiasmo, belle ragazze e tanta disco music che ha sprigionato la movida fino a tempo indeterminato. Ancora una volta per urlare a tutti ma soprattutto al cielo che non molleremo, e che avere 30 anni nel 2007 è come averne 20 qualche decennio fa.
GUARDA "Avere 30 anni" part one
GUARDA "Avere 30 anni" part two
Un ringraziamento particolare va a mia sorella Federica, senza la quale i due filmati non avrebbero avuto luogo. C'è qualche imprecisione, voi passateci sopra.

GUARDA il "Tributo a DISCO INFERNO", l'incrollabile ballerino rivelazione special guest della serata

Permettetemi ancora di salutare e ringraziare il prima di tutto grande amico ARGE. E' il padre spirituale del movimento, oracolo personale, che ha catalizzato i miei pensieri trasformandoli in verbo telematico: se Gastaldology è nato ed esiste (dunque pensa) è anche grazie a lui.

mercoledì 5 settembre 2007

La isla bonita

L’inizio è identico a quello del precedente post: di Ibiza ci è piaciuto tutto quello per cui è meno conosciuta. Le comunità hippy del nord, la musica chillout che fa da colonna sonora agli ambienti lounge, i drink assaporati in compagnia dei tramonti, le calette incantate, il naturismo dilagante. Ribattezzata da Burzi (in pieno delirio mistico sotto il sole cocente di Cala Conta dopo l’ennesimo seno rifatto spiattellato in faccia) “luogo di ritrovo della topa di tutta Europa”, l’isola ci è subito parsa singolare, certamente unica.
Ogni mattina, verso mezzogiorno, ci fermavamo a mangiare un po’ di frutta. Accanto al nostro asciugamano, a seconda delle spiagge, potevamo scrutare: intere famiglie nude, culattoni (anche loro nudi), cannaioli, ballerine, spogliarelliste, Italiani (perfettamente riconoscibili perché, ancor prima dello zaino Invicta, gli occhiali da sole D&G e l’abbinata costume/maglietta /infradito firmati, le nostre donne sono le uniche a non praticare il topless).
Ma soprattutto i nostri occhi sono stati sollecitati per ben 15 giorni da una sproporzionata miriade di tette rifatte. Di tutte le misure, le forme, le età. Promontori carnosi e inamovibili che ti indicavano con piglio accusatorio ed al solo sbircio bloccavano lo stomaco come un pugno sullo sterno.
Abbiamo stimato che non meno del 60% dei seni presenti sull’isola abbia visto almeno una volta il bisturi. E siamo arrivati ad una conclusione: nella penisola iberica il tanto desiderato e discusso lifting alle mammelle lo passa la mutua. W la Spagna, W Zapatero, W il gel riempiente al silicone.

mercoledì 29 agosto 2007

Antipasto Ibicenco

Amici, adepti e quant'altro, dichiaro definitivamente concluse le vacanze estive. Ibiza è stata un isola emozionante, dove ci è piaciuto tutto quello per cui è meno conosciuta.
Ma non è di questo che oggi voglio parlarvi, bensì dei 3 baldi giovani milanesi che, fin dal primo giorno in cui abbiam fatto conoscenza, ho subito captato i loro profili di adepti, adepti latenti. Occhi come due palle da flipper svolazzanti su ogni natica presente in spiaggia, veri guru del baccaglio, trivellatori di frasi smelense al solo spietato fine di far cadere tra le loro braccia abbronzate ogni individuo con le tette presente sull'isola (comprese Simona e Sara), hanno subito espresso simpatia e feeling verso il progetto Gastaldology. E così, dopo aver investito tempo e ingegno per branchi di ragazze piemontesi (non curanti delle nostre avvisaglie in merito alla chiusura a riccio delle sabaude) e lodigiane, con risultati leggermente scadenti (2 ore di limonate in spiaggia con una 35enne di Cuneo e nulla più), si sono improvvisati ricercatori e, durante un pomeriggio a Formentera, hanno scoperto qualcosa di veramente interessante. Paolo, uno dei 3 guerrieri, ha voluto raccontarcelo. Buona lettura.
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Sabaude e dintorni
"Una recente spedizione italiana nella ridente isola di formentera ha portato alla luce un’ antica incisione rupestre lasciataci dagli antichi popoli vissuti su quest’isola.Gli studiosi hanno intuito riguardare il rapporto tra mondo maschile e donne sabaude, ma non solo, anche la correlazione stretta tra donne sabaude e donne lodigiane ai danni dell’ homo sapiens sapiens, in particolare dell’homo sapiens sapiens lombardo con conseguente estinzione della specie dovuta alla famosa sindrome del tennista o più comunemente conosciuta come sindrome del falegname ( qualcuno è pure deceduto per le ustioni riportate a causa della ricerca di codeste donne sotto il sole di formentera all’ora di punta, cosi gli antichi scrivono). Qui di seguito ecco la foto dell’incisione:Dopo svariati anni di studi gli esperti pare abbiano finalmente decifrato il significato delle scritture, ecco una prima bozza del documento decifrato: Quelle Di Torino sono uguali a Quelle Di Lodi quindi Non La Danno Mai = Fighe Di Legno".

giovedì 2 agosto 2007

Chiuso per ferie

Il Mojito è un cocktail alcolico di origine caraibica a base di rum. Gli ingredienti del Mojito sono: hierba buena (si può usare semplicemente menta), rum chiaro, zucchero di canna bianco, lime e acqua frizzante. Viene servito freddo e ha un gusto decisamente pungente dovuto alla combinazione della freschezza della menta e al gusto molto forte del rum.
Ore 19.30, tramonto sulla spiaggia al Cafè del Mar. Musica lounge, il sole de la tarda che ti accarezza il viso, il mio Mojito. Tutto questo moltiplicato per quindici giorni all'interno della splendida cornice di Ibiza, naturalmente insieme ai mie 3 instancabili compagni di viaggio. Buone vacanze a tutti amici miei, il blog riapre a fine agosto. E ricordatevi che visitare un luogo non è fotografare i monumenti, ma parlare con le persone, carpire i loro sguardi e conoscere le loro storie, assaporando i loro sorrisi.
Ma soprattutto visitare è...esplorare il più possibile gli aspetti "faunistici" e "floristici" della zona, ed io e Boris cercheremo di mettercela tutta.

Havana, agosto 2004. Ragazza cubana che pretende mancia per le foto scattate da me e Boris.

martedì 31 luglio 2007

Camperology

Moderni moschettieri a bordo di un camper, quattro amici storici ai confini della maturità si sono lanciati in un improbabile viaggio per strappare un pò di tempo all'esistenza e riaffermare la propria voglia di ribellione e divertimento.
Proprio come nel romanzo di Trueba, "4 amici" (che consiglio a tutti sotto l'ombrellone), i nostri eroi hanno deciso di concedersi un week da leoni, come illusoria fuga dalla quotidianeità.
Dal Piemonte alla Liguria, dall'Essaouira all'Evita passando per le Vele, attraverso insolite sangrie (farcite di martini e rhum) che vanno giù piacevolmente per poi colpire a tradimento, cancelli lucchettati del campeggio scavalcati in malo modo, un sacco di soldi buttati ma soprattutto tante risate, hanno consolidato ancor di più la loro amicizia in una tardiva fine dell'adolescenza.

Nota: le foto pubblicate sono quelle "ufficiali", per quelle del "back stage" della camperata è necessario fare richiesta e passare il test d'ammissione...








lunedì 23 luglio 2007

La luna piena risplende nel mare, e tu nel mio cuore

Monte dei Cappuccini. Dialogo tra due innamorati che ho inavvertitamente ascoltato.

LUI:"La luna piena risplende nel mare, e tu nel mio cuore"
LEI: "Grazie amore. Hai sentito che Gasta ha un blog?"
LUI: "La luna è lì, banale e sorprendente insieme, immutata e inaspettata insieme, ..."
LEI: "Si chiama GASTALDOLOGY. E' un nuovo movimento di pensiero, nato in modo spontaneo una sera, sembra in Drogheria, quando Luca spiegò a pochi fortunati il rapporto mistico che intercorre tra ragazze sabaude e pari sesso del resto del mondo... Avrà a che fare con Scientology?"
LUI: "...come sei tu, nella mia vita e nel mio cuore"

LEI (sorridendo sbarazzina) :
"Chissà cosa vorrà scriverci quella sagoma..."
LUI: "Dentro di me il buio, presso di te, la luce"
LEI : (occhi all'insù, sguardo stralunato)
"...inserendo un commento, poi, potrò mettermi in contatto con lui.."
LUI: "Dentro di me l'amarezza, in te, la gioia"
LEI: (si scopre il collo dai capelli, e, mentre la sua lingua inumidisce le labbra, sulle guance compare un leggero pallore)
"...pensieri, racconti, fotografie...sue e dei suoi amici... mmmh ..."
LUI: "Stenditi qui sotto il rovere, Giacinta, come donna pagana, con me.."
LEI: (la sua mano innocente ha già raggiunto il seno, abbronzato e avvolto solo da una canottierina scollatissima)
"... mmh ...sembra anche voglia pubblicare un romanzo a puntate... uuh ..."
LUI: "abbracciami e specchiati nei miei occhi, vedrai in un modo la tua pudicizia, nell'altro la mia brama.."
LEI: "... sssì ....amore sei fantastico"
LUI: "Grazie, lo so"

mercoledì 11 luglio 2007

Tanto per cominciare

Emozioni. Alle 18.00 di questo torrido mercoledì pomeriggio mi accingo a scrivere le mie prime parole su...bo? sono ancora indeciso riguardo al nome. Cazzo il nome è importante, se lo porterà dietro per tutta la vita. Stasera guarderò qualche telenovela sudamericana che trasmettono sulle reti private.
Diciamo che il blog non è neppure nato, è ancora in fase embrionale.
Ma 1. avendo già superato il periodo "abortivo" stabilito dalla legge 2. ..e poi io sono contrario a queste cose ---> avanti così, proseguiamo.
Anche se non conosco ancora il nome, non so come inserire le foto, non ho ancora appreso bene come le persone possano accedervi (e scrivere commenti) e soprattutto non ho la più pallida idea di come riempirò questo spazio.
Poco importa. Con la calma stoica che contraddistinse S. Giuseppe nel cercare un posto libero tra le locande di Betlemme una notte di dicembre di qualche anno fa, inizio questa nuova avventura. Con la sua calma e perchè no, anche la sua benedizione. Uomo e santo che, seppur gli indizi erano di molto a suo sfavore, NON fù effettivamente cornuto.
Ma che non trombò mai.