giovedì 25 dicembre 2008

Natale a Natale

Caos esagerato solo l'ultima settimana, meno addobbi, regali in media più contenuti e ribalta del pensierino, economico ma apprezzatissimo in quanto inaspettato. Insomma la crisi qualcosa di buono ce l'ha regalato quest'anno. Resto dunque anch'io sulla linea della sobrietà mandandovi a tutti un grande bacio e regalandovi una storia di fine d'anno un po' particolare.


Meo amigo Charlie Brown

Nonché Brisgite Bardòbardò. Ovvero: “Che facciamo, Boris, usciamo, anche solo per un oretta?”. No. Quest’anno NO. Tutti gli anni la stessa storia. Tutti lo snobbano, tutti “..è out”, “..io odio le feste comandate, non mi son mai divertita..”. Poi, scatta la mezzanotte e via con Champagne e trenini. Che tristi. Il trenino su “Meo amigo Charlie Brown” è battuto in sconforto solo dal trenino sulla vecchia musica del Nescafè. Quest’anno NO. Cenetta a base di carne e formaggi, brindisi in casa e settimana bianca all’insegna della tranquillità. Con un unico obiettivo: la riscoperta del divano. Sì amici perché se il capodanno è sopravvalutato, il divano è ingiustamente trascurato. Declassato a semplice sedile imbottito dotato di braccioli, In realtà è molto di più, l’unico mobile su cui investire, centro dell’open space e degno sostituto del caminetto. Punto d'incontro, pensatoio, rifugio accogliente per i rientri sbronzi, fasciatoio per neonati, compagno fedele di play station, digitali terrestri e dvd. Sul divano inizia l’amore (e per i nostri simpaticissimi eiaculatori precoci lì finisce anche..), il petting estremo e quello solitario. E le sue macchie sono un vero e proprio DNA sporcaccionistico della coppia e del single. D’ora in poi quando vi presenterete a casa di qualcuno provate a fare questo esercizio: giro ispettivo in salotto, rapida ma clinica occhiatina allo stato del divano e poi spazio all’immaginazione! Provate a pensare a tutte le porcate che il padrone di casa ci ha combinato sopra, partendo dai cuscini fino ad arrivare a bracioli e schienale. Poi, se ne avrete ancora il coraggio, sedetevici sopra.
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Alla fine io e Boris la notte di Capodanno non ce l'abbiamo fatta e siamo usciti a farci un giro. Verso le due e mezza di notte, simpaticamente ciucchi e ossessionati dalle imboscate della polizia, abbiamo lasciato la macchina in garage e, dopo circa un km a piedi, stremati siamo arrivati alla discoteca più vicina. In pista erano rimasti i peggiori:

oooomeo amigo Charlie Brown..Charlei Brown!

Boris, vieni qua, allontanati dalla pista!”

Brisgite Bardòbardò

“Perché? Sta iniziando il trenino!”

…A, e, i , o , u, epsilon…

“No, il trenino noo! Via, di corsa ho detto!”

Troppo tardi. Era Boris la locomotiva.

martedì 16 dicembre 2008

MIND THE GASTA

Non è un luogo piacevole; non è gradevole,
né allegra né facile, né perfetta.
È solo magnifica.
Londra è proprio così: non ti sbatte in faccia er Colosseo, piove tutto il giorno e al marmo bianco dei monumenti nostrani preferisce i tristi mattoni scuri. Ma non c’è nulla da fare: in questa moderna babilonia si respira un atmosfera diversa, unica. Sempre in movimento di notte e di giorno, vasta come l’oceano ed il Tamigi insozzato che la attraversa. È sempre bello tornarci.
Passeggiando tra le vie che lambiscono Soho ho però notato una cosa inquietante, ulteriore conferma degli effetti devastanti della globalizzazione: la comparsa del fighetto londinese. Fino a tempo fa l’aura vintage dei suoi quartieri faceva sentire l’italiano medio in visita, attaccato a loghi e firme, piuttosto ridicolo e provinciale. Ma venerdì sera osservare le code di fighetti in fila per entrare nei locali mi sembrava di essere a Milano Marittima, un incubo. L’asse D&G – Spice Girl ha colpito anche la patria dei punk. Per tutto il resto ecco la mia Moleskine di quei giorni.


lunedì 8 dicembre 2008

Ciao. Magari ci si rivede

Tuu…tuuu…tuuu…Ciao, sono quello che hai incontrato alla festa,
ti ho chiamata solo per sentirti e basta...
si, lo so, è passata appena un’ora, ma ascolta:
c’è che la tua voce, chissà come, mi manca.
Se in quello che hai detto ci credevi davvero,
vorrei tanto che lo ripetessi di nuovo…
dicono che gli occhi fanno un uomo sincero,
allora zitta, non parlarmi nemmeno.
Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso: ancora il solito sesso!

Cara ragazza del 2000, questa incantevole poesia di Max Gazzè qualche anno fa non avrebbe potuto aver luogo. Le ragazze non erano solite dare il loro numero di casa al primo incontro ed i maschietti non si sognavano neppur lontanamente di chiamare un numero fisso a notte inoltrata. Ci si dava appuntamento magari il sabato successivo alla tal ora nel tal locale. La voglia di sentirsi, di rivedersi o anche solo di guardarsi, ti assicuro, veniva anche a noi. Ma non ci si poteva chiamare o messaggiare appena il desiderio e la brama prendevano il sopravvento. Si aspettava, crogiolantemente impotenti, fino alla sera dell’appuntamento. Sperando e pregando. Non ti dico poi durante i giorni che precedevano l’incontro.., in testa c’era posto solo per il suo viso ed i suoi occhi, così come anche nei discorsi: si parlava di lui con tutti, tranne che con il diretto interessato. E quando (salvo imprevisti) finalmente ci si incontrava, la gioia era immensa ed il cuore rimbalzava talmente tanto nel petto da resettare qualsiasi frase melensa strategicamente preparata con le amiche.
Cara ragazza del 2000, come hai potuto comprendere sono la ragazza di qualche anno fa, quando la tecnologia non era ancora venuta in soccorso dei poveri innamorati. Al mio “lui” scrivevo lettere che arrivavano a destinazione dopo interi giorni e solo la sera potevo gioire ascoltando la sua voce, passando però prima dalle grinfie della madre, sempre attaccata alla cornetta! Adesso che potete usare questo strano aggeggio con tasti e altoparlante, tutto è diventato più facile. Con gli sms non si deve neppure più badare alla grammatica (ormai nessuno ci fa più caso) e ci si può chiamare anche 20 volte al giorno. Ma toglimi una curiosità: la sera, quando vi incontrate o vi ritelefonate, avete ancora qualcosa da dirvi? Sia come sia, volevo solo dirti che oggi siete molto fortunate ad avere un modo per ridurre le distanze ed annullare l'attesa. Tutto e subito. Come mi sarebbe piaciuto possederne uno tutto per me, magari quello super moderno con anche le video chiamate…Ora ti saluto, mia cara. Sai, stasera mi incontro con Marco, il mio ragazzo. E' da domenica che non lo vedo né lo sento e quando salirò sulla sua auto dovrò incatenarmi al sedile per non saltargli addosso.

lunedì 1 dicembre 2008

Storti alla Tuttadritta

10km in 55 minuti. Non è un gran che ma ho migliorato il mio personale di 58. Ringrazio soprattutto l'artefice di questa impresa, Burzi. Da quando, al quinto km, mi ha affiancato superandomi, il mio orgoglio si è fatto sentire: no caro mio, non mi puoi battere anche questa volta. Già alla Stratorino mi sverniciasti sull'arrivo deridendomi per i mesi successivi. Dopo 4 km francobollato all'infame decisi che era il momento di superarlo allungando il passo, non prima di aver messo una canzone degna dell'impresa nel mio I Pod. Ma niente, solo pezzi lenti. Dopo 100 metri di click sul tasto "avanti" finalmente il barlume di una canzone adatta: Claudio Baglioni, Io sono qui. Lo scatto, il sorpasso, l'arrivo, il fiatone, la gioia. incredibile la mia propensione sfrenata all'obiettivo, qualunque esso sia. In mancanza dell'antagonista avrei proseguito tranquillo alla mia solita andatura da parinotto...

Ma vorrei soprattutto parlare del vero protagonista della Tuttadritta, special guest dell'evento insieme ad Ambeta e Ciro Ferrara: l'avvocato Ghione. Il neo avvocato si è presentato all'appuntamento senza allenamento e visibilmente in sovrappeso. Più a suo agio nei bar che di corsa in strada, prima della partenza si è fatto un caffè che ha poi successivamente vomitato all'altezza del Mauriziano. All'arrivo i cronometristi erano già andati a casa ma lui non domo ha proseguito la corsa fino al punto ristoro dove gli alpini distribuivano polenta e salciccia. Di seguito ecco alcune foto. Come potete vedere è stato per diverso tempo seguito da un vigile. Si credeva infatti fosse un barbone appena sveglio dopo una nottata in Piazza Solferino.







Un ringraziamento particolare a Fabio Pozzar, unico vero atleta del quartetto, per il continuo incitamento e la costanza con cui mi sprona a prepararmi per la maratona. Che coraggio!

mercoledì 26 novembre 2008

Era un gioco o era un fuoco?

Dante Alighieri nella Divina Commedia considerò il tradimento come il peggiore dei mali, collocando coloro i quali si macchiarono di tale vile peccato nell'ultimo girone, il nono. Il tradimento è una delle pratiche più diffuse nella nostra cultura. Una sorta di ideologia di stampo non solo consumistico (vedi anche “Ritorno al Pinin”) ma anche comportamentale. Quante volte ci facciamo negare al telefono, oppure pacchiamo spudoratamente i nostri amici abbozzando improbabili scuse. Tutte forme di tradimento ampiamente diffuse ai nostri giorni. Come diffusa è anche l’assenza di stupore o collera da parte di chi viene tradito. Tranne in un caso: quando c’è di mezzo l’amore. Perché in amore c’è di mezzo il sesso. Amore e sesso. Ma sono poi così intimamente connessi? Quando si parte dall’amore forse sì. Leggendo con attenzione il canto di Dante che parla dei traditori ci si accorge però che gli adulteri non vengono neanche nominati. Dei parenti, della patria, degli ospiti e dei benefattori, ma dei traditori in amore neanche l’ombra. Gli infedeli si possono scorgere, semmai, molto più in alto, in posizioni maggiormente agiate, fra i lussuriosi. Ma quando allora il tradimento è veniale, quando è mortale? Non fraintendetemi. I miei pensieri non vogliono essere un’istigazione al sesso libero, ma una riflessione in merito al diffuso snobismo del tradimento “di testa”, quando ad essere ingannati sono i sentimenti, ed un esaltato accanimento verso quello corporale, più basso, causato sostanzialmente da sordidi pruriti egoistici. Per dirla alla Milan Kundera, fare l’amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse ma quasi opposte. L’amore non si manifesta con il desiderio di fare l’amore (desiderio che si applica a una quantità infinita di donne) ma con il desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica a un'unica donna).

lunedì 17 novembre 2008

Italians see it better

Circa 10 anni fa, durante uno dei miei frenetici zapping serali, scorsi un individuo in giacca e cravatta intento ad osservare una TV 14 pollici. Che cazzo è sta roba? Sbottai sorpreso. La TV 14 pollici, di spalle alla telecamera, trasmetteva una partita di calcio e lo sbarbatello la raccontava ai telespettatori. Nel frattempo un gruppo di presunti opinionisti sportivi urlava insultandosi. Sorrisi e sarcasticamente divertito dal buffo teatrino ironizzai: "Toh, un tizio che guarda la partita al posto tuo e te la racconta, non san più cosa inventarsi. Fra qualche tempo vedremo tizi che ci racconteranno film, spettacoli teatrali, serate in discoteca, matrimoni e amplessi". Credevo fosse la solita meteora televisiva di qualche rete locale, in realtà queste trasmissioni con il passare del tempo si sono ritagliate il loro spazio imponendosi come alternativa alla visione diretta delle partite. Ma il successo di questi format, giustificato fino a qualche anno fa dalla bassa diffusione nelle case italiane delle TV a pagamento, oggi appare quantomeno singolare. Perché inserire tra noi e la realtà un intermediario che si emoziona in nome e per conto, urla, gioisce, piange, si dispera e gode al posto nostro?A pensarci bene nel sesso questo può far comodo. Per lo meno i dati sembrano confermarlo: il calo del desiderio sessuale dell'uomo è triplicato negli ultimi dieci anni. Se prima era lei a cercare scuse, adesso è lui a utilizzare l'alibi del mal di testa sotto le lenzuola. Il macho mediterraneo, uscito spavaldo dal bar preferisce scappare tra le braccia virtuali di un'amica di chat o l'abbraccio morboso ma distaccato di un film porno. Le donne virtuali, si sa, sono sempre soddisfatte qualunque sia la prestazione e nei film porno a trombare c'è qualcun'altro al posto suo. Così si passa velocemente dal fare al guardare. Fin qui tutto normale, ormai ci siamo abituati. Ma quale sarà il prossimo passo? Di cosa deve temere il guardone nel mero e semplice guardare? Forse l'essere scoperto a guardare. Molto meglio far guardare qualcun altro al posto suo e nel frattempo guardare chi guarda.
Ricapitoliamo: dal fare...al guardare...al guardare il guardone. Secondo voi son troppo pessimista? Staremo a vedere. Anzi, a guardare.

mercoledì 12 novembre 2008

giovedì 6 novembre 2008

Bighe e gladiatori

Tutto ebbe inizio un paio di settimane fa quando, durante una partita di calcio, lo stopper della squadra avversaria scambiò la mia schiena per una pertica e ci montò sopra, non curante della mia povera cervicale. La mattina seguente decisi di andare alle Molinette per un paio di lastre. Il collo era infatti piegato verso destra e da lì non voleva proprio saperne di muoversi. Peggio di lui solo la mia capigliatura, copiosa di tirabaci e nidi di merlo, frutto artistico/estetico della tormentata notte insonne. Dopo mezz'ora di coda la voce roca dell'altoparlante pronunciò il mio nome. Entrai nell'ambulatorio e ad accogliermi trovai una tremendamente sexy dottoressa quarantenne, mora, con uno stetoscopio al collo che faceva da cornice ad una disarmante scollatura. Accanto a lei 2 praticanti poco più che ventenni, di cui una selvaggiamente riccia con un camice bianco che faticava a nascondere un fisico da urlo ed una sodezza imbarazzante. Mi chiesero di raccontare l'accaduto ed io, preso dall'intrippamento, rincarai leggermente la dose: descrissi la partita di calcio come una battaglia fratricida tra gladiatori e schiavi (gli avversari) nel bel mezzo di un anfiteatro gremito ed eccitato (il campetto) e lo scontro, violentissimo, prese connotazioni epiche. Le tre ascoltavano le mie imprese senza fiatare, sentivo di averle in pugno.
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" ..il collo dovrà farle molto male, vuole un antinfiammatorio?", mi chiese la dottoressa."..si, grazie, ne avrei proprio bisogno..", feci io."Si tiri giù i pantaloni e si sdrai sul lettino, le faccio un intramuscolare".Oh cazzo, pensai, "...hem..scusi..non ha per caso nulla per bocca? Le sirighe le patisco un po'..."."Ma suvvia, uno sportivo come lei..vedrà, non sentirà nulla. Forza, si slacci i pantaloni!", tuonò. Feci come disse. Mentre goffamente mi calavo le mutande percepii le pupille delle praticanti palpare le mie bianche natiche. La situazione si era invertita, ora erano loro che avevano in pugno me. Un attimo dopo che l'ago sprofondò nel gluteo ebbi solo la forza di sussurrare: "..svengoo...o..". Arrivarono 2 infermieri, mi alzarono le gambe e mi fecero riprendere."Appena se la sente può andare in radiologia"Mezzo rintronato e pallido come un becchino mi alzai e vidi una sedia a rotelle."ma...""Le regole. Se sviene deve spostarsi con questa".
Mi sedetti ed un infermiera mi scarrozzò in giro per l'ospedale, parcheggiandomi in una sala d'aspetto gremita di pazienti. Non mi ero mai sentito così imbarazzamente osservato come in quell'occasione. Sguardi caritatevoli e sbirciate morbose intente a carpire per quale ragione un ragazzo così giovane fosse seduto su quella carrozzina. Incominciavano dal volto per poi passare agli arti inferiori. Mi cadde la sciarpa e ben 3 persone si alzarono per raccogliermela. Dovevo ringraziare tutti, quelli che mi trasportavano, quelli che mi facevano passare, ringraziare, ringraziare, ancora maledettamente ringraziare. Mi sentivo impotente.
E' stata un esperienza mistica, preziosissima. Non ho mai fatto retorica sul blog e di certo non inizierò oggi, ma da quel giorno quando vado a correre e stremato decido di fermarmi, ripenso a quella biga a 4 ruote su cui poggiai il culo. E corro più veloce.

domenica 2 novembre 2008

Paraschizzinoia

Non apro mai le maniglie delle porte dei cessi,
neanche quelle di casa mia.
Non tiro mai l’acqua dello sciacquone.
Nei pub non mangio mai patatine dalle ciotole.
Mi detergo le mani 200 volte al giorno.
Non bevo alla bottiglia, neanche da solo.
Odio i peli del gatto e l’odore del cane.
Impugno sempre la tazzina del caffè con la mano sinistra,
meno bocche si sono posate da quel lato.
Ispeziono le curve di una forchetta più accuratamente di quelle di una donna.
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Ma per essere dei buoni amanti bisogna non essere schizzinosi? Se talune cose che si combinano tra i sessi si son sempre chiamate zozzerie, sporcaccionate o semplicemente porcate, la risposta sarà sicuramente sì. Oppure il sesso, come predicavano (e praticavano) i pagani, è qualcosa di intimamente più alto e puro, fatto precipitare in viscere bisunte dall’avvento dell’attuale religione monoteista che lo ha sempre considerato, appunto, “sporco”?
Boh. Ora vi saluto. Vado a detergere tastiera e mouse con alcool isopropilico disinfettante.

giovedì 30 ottobre 2008

La Bussola dell'amore (e dintorni)

Post in gara per la "Peperonata d'Oro" del Festival del riciclo

Da sempre quando si parla d’amore bisogna prestare parecchia attenzione a frutta e verdura: dalla scontatissima banana si passa velocemente a meloni, carote, pere, finocchi e poi ancora a prugne, pesche e cetrioli, fino ai più raffinati fichi, ciliegie e more, considerati afrodisiaci in quanto simili nell'immaginario erotico a capezzoli e organi genitali femminili (vedi anche “Afrodita” di Isabel Allende, che consiglio a tutti).Negli ultimi decenni, inoltre, amore e sessualità si son visti spesso affiancati ad aspetti geografici: le russe sono tutte delle maiale, le spagnole (e, come direbbe Tiziano Ferro, le messicane) hanno i baffi e quelle del Nord Italia si scaldano e si raffreddano con regole dettate dall'infallibe dottrina della Bussola dell’amore. La Bussola dell’amore è quella teoria logaritmica che raffronta i punti cardinali (ovest e est) con la propensione all’arrapamento facile ed alla “botta e via” da parte delle fanciulle nord italiane. Si parte ovviamente dalle nostre chiusissime e castissime sabaude (peggio di loro solo le loro blindate cugine valdostane) per poi passare alle più tiepide milanesi, alle calde bresciane ed alle bollenti tutto fare trevigiane (non scomoderei quelle dell’est, sennò ci si ustiona..). Gli stessi fautori della bussola dell’amore sono anche forti sostenitori della Fedeltà geografica, la quale sentenzia che l’adulterio è adulterio solo se consumato all’interno dei confini regionali (alcuni sostengono addirittura provinciali…). Tutto per auto giustificarsi dalle eventuali scappatelle fuori porta. Sempre più frequenti e lunghe le trasferte di lavoro, sempre meno durature le relazioni. Così dallo spazio si passa velocemente al tempo, sempre più (ab)usato per conoscere gente sempre meno per instaurar rapporti. E ci risiamo. Puoi partire da dove vuoi ma arrivi sempre qui, dove arrivò già tempo fa anche "Ritorno al Pinin": più si conosce, più ci si infila nei letti altrui e più ci si sente soli.Ma la colpa di chi è?Di chi, in amore, ha ucciso l'attesa.
E di chi non si è reso conto che aspettare è fondamentale.
Perchè genera desiderio.
E da un po' di tempo, attesa e desiderio, in giro nessuno li ha più visti.

martedì 28 ottobre 2008

Deliri da contravvenzione

È davanti ai miei occhi, anche lei pare mi osservi. L’afferro stretta con entrambe le mani, la scuoto ed impreco: 158,00 euro e -5 punti sulla patente. Pensate, sfrecciavo non curante del pericolo a 67 Km/h. Pazzesco. È incredibile come in quest’Italia bonaccion-giustizionalista, educata a pacche sulle spalle e pugni di ferro, a pagare non sia chi effettivamente abbia commesso il reato, bensì l’innocente. Così accade che se un coglione saetti a 160 Km/h in pieno centro abitato e stiri sborniato fradicio una vecchietta, il venerdì successivo venga ritirata la patente per 6 mesi ad un povero cristo uscito 2 ore a farsi una sana bevuta in osteria.Perdonami se te lo dico, ma non hai capito proprio un cazzo. Se uno dribbla a 160 all’ora il panettiere o il farmacista non devi venire da me che mentre mangio pane e salame mi faccio 2 bicchieri di barbera vivace. Se un coglione alterno chic per fare il figo si organizza le vacanze in Yemen e prenota una capanna nel villaggio dei ladroni, non lo devi liberare coi miei soldi, ma il riscatto se lo paga lui. Se una topina anche d’inverno si veste “minimal”, rigorosamente con cosce, ombelico e schiena all'aria aperta, i medicinali non glieli passi, ma se li compra (ragionando bene quest’ultimo esempio non calza un gran che, anzi sarebbe doveroso riflettere in merito ad una serie di incentivi e sgravi a favore dello stile minimal invernale...).Tutto questo, tra l’altro, in nome della sicurezza di noi cittadini. Ma quale sicurezza? La verità è che la sicurezza è soggettiva. Ed è dimostrabile scientificamente. Nel mio caso, ad esempio, il metodo contraccettivo più sicuro è la retromarcia. Da anni, infatti, la sperimento affinandola con successo in tutti i miei rapporti non occasionali, e di cicogne in giro non ne ho mai viste svolazzare.

domenica 26 ottobre 2008

L'involuzione della specie

Post in gara per la "Peperonata d'Oro" del Festival del riciclo
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Giovedì sera all’ennesima inaugurazione dell’ennesimo locale invernale (qui a Torino cambiano solo i locali, le facce e gli idioti son sempre gli stessi) ho potuto constatare l’intensificarsi tra i tavoli dei privè di una particolare specie dell’universo femminile torinese: la tamarracabina. Griffata, sguardi per nessuno, indifferente a tutto quello che non abbia le sembianze di un magnum, accento calabrese ed intercalari siculo-francesi (ex. “minchia però”). È l’evoluzione impazzita della shampista tradizionale nonché cugina maligna della nostra preferita, la pirotecnica shampachic.Non dobbiamo certo scomodare Darwin per affermare che è l’ambiente a compartimenti stagni della nostra tanto amata città delle auto e dei cioccolatini, militare prima e industriale poi, ad aver creato questi mostri. Tra i lampioni illuminati che cingono la Mole pure i trans portano il tauilleur e anche chi non può permetterselo se la tira. Una vera catastrofe per i maschietti smaniosi di fusa, carezze e graffi da gattine ruffiane. Dapprima sballottata alla deriva genetica, la specie (un po’ sfigata) dell’Homus Taurinense è uscita dalla pàuta e si è progressivamente evoluta, affinando le caratteristiche ruspanti che la rendono meglio adatta a questi ambienti aridi ed impervi. Ora possiede gli attributi per invadere l’Italia, ma di certo non lo farà. Non sia mai che qualcuno lo venga a sapere..
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Glossario:Shampista (o shampa): non ha bisogno di definizioni, l’antitesi della classe in formato scorreggia.
Tamarracabina: shampa con sindrome di inferiorità verso le cabinotte (o parioline, ecc..) che fa di tutto per assomigliarle.
Shampachic: shampa curata in modo grazioso e sobrio, che non dà a vedere la sua derivazione tamarra (fino a quando non la si vede sputare in terra).
Pàuta: \ p'&ut& \ sost. f. fango. Al plurale pàute. Vedere anche paciòch, nita.
(mi scuso se sull'argomento "shampa" manca qualche definizione, ce ne sarebbero troppe…)

venerdì 24 ottobre 2008

Giriamo la frittata

Post in gara per la "Peperonata d'Oro" del Festival del riciclo
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In un lussuoso ristorante di un lussuoso centro cittadino cinque amiche, elegantemente addobbate e piene di grazia, si scambiano alcuni pensieri.
D. : “Sei poi uscita con Brad?”
O. : “Si, ed abbiamo trascorso una bella serata. Mostra sui Longobardi, aperitivo, passeggiata in centro ed una volta sotto casa….bacio sotto il portone!”
N. : “Carìinooo…”
N. : “…e poi, cosa gli hai combinato, zoccolona...!”
A. : “…e ci sapeva fare?”
O. : “E poi un cazzo! Mentre mi baciava ha incominciato a leccarmi tutta, labbra, naso, guance, denti…che schifo!”
D. : “Nooo! Ti sei beccata uno sbrodolone!”
O. : “E pensare che con quel sorriso, quelle labbra e soprattutto quel culo avrei immaginato ben altre cose che asciugarmi la sua bava dalla faccia…”
N. : “E’ proprio questo il pericolo degli sbrodoloni, non te ne accorgi fino a quando non ti immergono nella loro saliva.. sono i peggiori!”
N. :“No guarda i peggiori sono quelli che tengono la lingua a cozza e aspettano che faccia tutto tu...se uno muove la lingua a cozza figuriamoci come muoverà l’uccello!!”
A. : “Io di lingua a cozza ne ho scaricato uno la scorsa settimana”
O. : “Amiche, secondo voi anch’io dovrei lasciare Brad?”
D. : “Brad? Vorrai dire Sbrod! O Brodino!”
D., O., N., N., A. : “Ah…ah ah!...”
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Se le ragazze potessero ascoltare quello che diciamo durante le nostre uscite da cani sciolti e conoscere dove posiamo gli sguardi mentre esaminiamo clinicamente le loro passeggiate, ci lascerebbero all’istante. Pensandoci bene, la cosa è reciproca.

mercoledì 22 ottobre 2008

Ritorno al Pinin

Post in gara per la "Peperonata d'Oro" del Festival del riciclo
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Credo di poter affermare con approssimativa sicurezza che mio nonno Giuseppe, detto Pinin, durante i suoi primi 30 anni abbia avuto la fortuna di conoscere suppergiù 400 ragazze. Noi, tra licei, università, vacanze in giro per il mondo, chat, facebook e avatar, all’incirca 4.000. Forse perché il povero nonno Pinin, ai suoi tempi, in un’ora di tragitto riusciva a percorrere una cinquantina di km. Noi, comodamente seduti su di un jet a 900 km/h, dopo 60 minuti ci troveremmo in qualche biondissimo paesino del nord Europa. Alta velocità, velocità della luce, internet che da “facile” diventa “veloce”. Che bello. Che bello che la tanto ambita velocità, traguardo e baluardo dell’era tecnologica, ci abbia fottuto senza che ce ne accorgessimo. Da quando quel pistola di Beniamino Franklin coniò il famoso detto “Il tempo è denaro” e, di fatto, promosse la “fretta” da fastidioso incomodo da debellare a entità più alta, ebbe inizio l’inesorabile discesa culturale e spirituale di noi occidentali. Acquistiamo, consumiamo e viviamo con frenesia qualsiasi cosa, con il risultato che la mentalità usa e getta ha appestato anche i rapporti interpersonali, che nascono, si consumano e muoiono in fretta. Nuova gente è arrivata e brama di conoscerci, perché sola. Più gente c’è, più ci sentiamo paradossalmente soli. Ovviamente la necessità di far presto a tutti i costi è arrivata anche dove non avremmo voluto, cioè nel sesso. Oltre alla crescente presenza dei simpatici eiaculatori precoci, lo testimoniano le tante prese di posizione in favore della mitica sveltina, anche da parte delle donne (!?!).
Chi volesse insorgere contro questo distorto modo di vivere il nostro tempo può trovarsi ogni sera al "Dopo lavoro" di Piobesi Torinese. Lì troverà uno sparuto gruppo di ribelli che giocano a scopa capeggiati da nonno Pinin. Che, non dimentichiamocelo, scrutò attentamente ognuna delle 400 pollastre a sua disposizione, ne scelse 1 e non la cambiò più.
Creta, estate 2006

martedì 21 ottobre 2008

Sei unica

Post in gara per la "Peperonata d'Oro" del Festival del riciclo

Vi siete mai domandati perché certi uomini devono trombare almeno 2 volte al giorno mentre altri rimarranno autosufficientemente spalmati sul divano per tutta la vita? Perché taluni si vestono da donna la sera e altri da prete (tutto il giorno)? Perché certe signore abusano di trucco e cm. di taccho a spillo mentre alcune non osano neppure alzare lo sguardo durante una conversazione? Perché le giraffe mangiano le foglie più alte delle acacie e gli struzzi infilano la testa sotto la sabbia?
Perché siamo tutti diversi. Ma tutti vogliamo essere uguali. Talmente tanto da andare contro la nostra stessa natura.
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Ho sempre odiato la margheritina della Guru, il giocatore di polo della Ralph Lauren (ultimamente ne ho visti di enormi), la maglietta rossa di Che Guevara, il giubbottino da vela della North Sails, la foglia di maria stampata dappertutto, le camice con i colletti bianchi dei tavolieri, lo zaino dell'Invicta, il giallo il verde e il rosso giamaicani, il simbolo della pace e la A di anarchia a sfregiare i muri delle case.
Quando un uomo con fare da bullo e occhi da pesce lesso sussurra alla sua amata il classico dei classici: "sei unica", in realtà non si rende condo che sta dicendo la cosa più ovvia e scontata tra tutte quelle che avrebbe potuto inventarsi. Cero che è unica, siamo tutti diversi!

"Sei speciale".
Ecco, questo sì che sarebbe stato un bel complimento.

lunedì 20 ottobre 2008

La castità dei castrati (I Caraibi sono qua)

Post in gara per la "Peperonata d'Oro" del Festival del riciclo

“Piuttosto che avere un finto orgasmo con un uomo vero preferisco avere un vero orgasmo con un fallo finto”.
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Così ringhiava tempo fa una giovane ospite intervistata da Chiambretti a Markette. Capello corto, occhi cobalto, spirito indomito e perfidia latente travestita da candida ingenuità. È lo standard femminile di questi ultimi tempi, da quando la dolce Barbie è stata sostituita (qualcuno dice addirittura uccisa) dalle perfide Winx. Ragazzine di prima media armate di lucidalabbra e ombelichi scoperti questionano il sesso meglio di un trattato sul tantra, lasciando i maschietti del resto della classe, ancora alimentati a pane e play station, attoniti ed increduli. Mi è sempre puzzato lo sventolio dei buonisti filo-vaticani del ritrovato valore della castità tra i giovani, eroi del terzo millennio, che rifiutano il compromesso con l’immoralità certi che la purezza custodisca l’amore autentico. Penso infatti che tutto questo sforzo nel ricercare la propria integra dignità non derivi dall’alto dei cieli, ma debba essere ricercato un po’ più in basso, a circa un metro da terra, raggomitolato paurosamente in mezzo alle gambe degli ometti. Povero pistolino, bersagliato fin dalle tue prime erezioncine mattutine da sensi di colpa, ansie e super falli cosmici in giro per la tv, ora non ne vuoi proprio più sapere. Vai a trascorrere le vacanze a Cuba o in Brasile a fare il pieno di machismo e spedisci le farfalline, nel frattempo anche loro entrate in crisi, in terre sperdute alla ricerca di bambù giamaicani e caraibici.
Tornate pistolini e tornate farfalline, guardatevi negli occhi l’un con l’altra e capitevi anziché girare il mondo per una trombata a pagamento. Con un po’ di pazienza, vi accorgerete all’improvviso che i Carabi sono qua (gratis).
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Winx Stella, fata della Luna e del Sole, attentissima alla sua forma esteriore e spesso impegnata a creare pozioni d'amore per i suoi contendenti

giovedì 16 ottobre 2008

La "Peperonata d'Oro"

Prima edizione del Festival del Riciclo di gastaldology
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La formula è questa: prendi un prodotto di successo, cambiagli nome e cacciaci dei soldi. Il gioco è fatto e l’esito positivo assicurato. Dal 22 al 31 ottobre 2008 torna il Festival del cinema di Roma: giunto alla sua terza edizione, l'evento capitolino si presenta con un parterre di ospiti di altissimo livello. Anche se da “Festival del cinema di Roma” quest’anno si passa a “Festival internazionale del cinema di Roma”, l’accostamento al quella piccola e insignificante manifestazione che dal 1932 va in scena a Venezia, gara cinematografica più antica del mondo, è pressoché istantaneo. Idee nuove? nooo, troppo pericolose. E se poi non vanno? Molto meglio copiare di sana pianta qualcosa di già rodato con successo assicurato. La teoria, ampiamente diffusa in Italia (è questo il motivo per cui da 30 anni siamo costretti a sorbirci domenica IN e Ciriaco De Mita), è applicabile a quasi tutti gli ambiti. Compreso il fantastico mondo dei blog. Perché rompersi il capo ad elaborare pensieri nuovi, sforzarsi di non scrivere (troppe) cazzate esponendosi periodicamente al giudizio del lettore quando si possono riproporre i vecchi lavori, quelli che hanno suscitato maggior interesse ed attrattiva? Successo assicurato e zero fatica.
A partire da lunedì dunque e per tutta la durata del Festival internazionale riciclato del cinema di Roma, gastaldology pubblicherà giornalmente i post che vi hanno più appassionato, e alla fine il più apprezzato riceverà da una giuria truccata di esperti la “Peperonata d'Oro”, riconoscimento principale del Festival del Riciclo di gastaldology. Tale ambitissimo premio deve il suo nome al famoso piatto tipico, che appunto, si ripropone.

giovedì 9 ottobre 2008

Proprio lì tra cellulare e sigarette

"Ringrazia Iddio che ci sono i matrimoni, diversamente non ti laverei mai". Imprecavo contro la mia auto venerdì sera in un autolavaggio a Settimo, circondato da super fighi intenti a spalmare cera d'api sui cerchi delle loro punto tuning. Anche se ho sempre considerato il presentarsi sberliccati con tappetini nuovi ed harbre magique al primo appuntamento un vero passaporto da sfigati, in quel momento un senso di appartenenza ai tamarri compagni di car wash mi assalì, facendomi preoccupare non poco.
Arrivare sottovuoto in auto profumate oppure in pullman e buttarla sul carisma, disboscarsi le sopracciglia o coltivare barbe disordinate e buttarla sulla cultura sono sì strategie diverse ma tutte rivolte ad un unico obiettivo... Strategie diverse, obiettivo unico. Tuttavia questo vale solo per noi, per loro è diverso. Basta osservarle in strada intente a scannerizzarsi l'un l'altra con diffidenza e sfida e (solo successivamente) vagliare il povero fidanzato di turno, inteso comunque come accessorio e non come vero e proprio essere umano. Parte delle loro scelte non è destinata alla caccia all’uomo, bensì volta a procurare invidia ad altre donne. Perché si vedono potenziali antagoniste, per ostile vanità, per carattere. Trovo però che in tutto questo ci sia anche una latente forma di solidarietà femminile: se non se le guardano tra di loro scarpe e borse, chi può farlo? Noi uomini no di certo, monolobotomizzati su tette e culi. Le loro milionate di euro sperperate in accessori non avrebbero alcun destinatario.
Che peccato però. Perché fra il modello di una scarpa e l'interno di una borsa, proprio lì tra cellulare e sigarette, c'è tutto quello che vorremmo sapere su di loro. Anzi molto di più.
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venerdì 3 ottobre 2008

L'impaziente inglese

Il giornalista rai amareggiato chiude all'improvviso il suo sito internet.
Carlo Nesti insultato allo stadio s'infuria.

TORINO - «Questo sito è chiuso per sempre: ringrazio i tifosi del Toro per la "gratitudine" che mi hanno dimostrato alla fine di Toro-Lazio». Uno sfogo in piena regola quello di Carlo Nesti (…) che scrive: "Sono profondamente ferito e deluso. Voi non sapete più riconoscere chi ama il Toro, da chi non lo ama. Non avete capito che un giornalista imparziale, ma onesto, può voler bene al Toro, molto più di un giornalista tifoso del Toro, ma vigliacco» (…) Lo sfogo si fa pesante e Nesti scrive: «Io sono stufo, e ne ho veramente le palle piene, di chi disprezza il mio lavoro qualunque cosa dica (…)! Grazie ancora dello "sporco gobbo" che, in decine, mi avete destinato, e che giro, volentieri, ai vostri familiari, e alle vostre sorelle!» (...). Sopra le righe, eccessivo, inusuale per un giornalista che in tv è considerato sinonimo di telecronaca pacata e dai toni "british" (pure troppo, per i detrattori). Da
corriere.it.
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Povero Carletto Nesti, questa volta (e per la prima volta) sono riusciti a farti svalvolare. Da tifoso anomalo quale sono, non cresciuto in curva ma nei campi dell'oratorio, nei prati e nelle strade sempre abbracciato ad un pallone, hai tutta la mia comprensione e stima. Ricordati però che i tifosi non sono solo quelli che vanno allo stadio a sfogare le loro infanzie represse, ma anche quelli che il calcio lo praticano, quelli che la domenica si fanno un giro al mare ma non per questo sono meno divorati dalla passione. Quelli che applaudono indipendentemente dalla maglia, quelli che non si accendono con ingiurie e sputi ma ogni volta che entrano in uno stadio si entusiasmano come quando si rincontra un vecchio amico. Quelli che odiano il calcio urlato e vorrebbero vedere più immagini, che odiano i presidenti tifosi e stimano i giornalisti non schierati ed esclusi dai "talk show" perché poco audiencizzanti. Quelli che non comprendono chi allo stadio rimane girato verso la curva per tutta la partita e non verso il vero protagonista, il pallone. Ma soprattutto Carletto non incazzarti se ti prendono per gobbo, perché è vero. Un giornalista del toro, infatti, non può essere imparziale, british e paziente come te. Come tutti i tifosi granata soffre di crisi di inferiorità travestita da antigobbismo, è più forte di lui. Il giornalista equilibrato qui a Torino dunque, complice una dimensione "drogata" dell'informazione che lo obbliga comunque a sventolare una bandiera, è per forza uno sporco gobbo. Fattene una ragione.

domenica 28 settembre 2008

Papà a puttane

Il bigottobuonismo è il modo con cui l'Italia affronta certi argomenti scomodi, facendo finta di non vederli. "Culo", ad esempio, in televisione non si può pronunciare, peccato che però molte subrettine lo usino spesso per far carriera. Oppure la prostituzione. Dilaga nella clandestinità, ma l'ultima che se ne occupò realmente in parlamento (nel bene e nel male) fu Lina Merlin. Anzi, la penultima...
Guardate potrei dire di tutto sulla Carfagnina. Che anche lei ha venduto il suo corpo (le foto su Maxim fecero il giro di molti camion), che è lì non certo per meriti suoi (vedi vicenda della lettera di Veronica Lario), che in Spagna le donne sono al Ministero della Difesa non a quello delle "Varie ed eventuali", ecc ecc ecc... ma sono cose già dette e vi risparmio volentieri la reiterazione.
Vi dirò invece un'altra cosa che non mi sarei mai immaginato di scrivere: io sto con la Carfagna.
Tento di spiegarmi: ormai ne siamo orfani da tempo, ma vi chiedo di provare ad immaginare lo Stato Italiano come un padre.
Papà nr. 1: "Cazzo non devi fonderti con sta roba, dai!", oppure "Guarda che non è che sia una gran figata andare a puttane, cercatene una gratis, è pieno!", oppure "guarda che non devi bere e poi guidare. Se lo fai sei un vero pistola".
Papà nr. 2: "Dai, fatti un po' di sta roba, ormai ci sei dentro e smettere è difficile, magari te ne passo pure un po' io", oppure "vuoi andare a puttane? Vacci. Anzi, magari ti preparo anche la stanza degli ospiti (che vi sub-affitto), così te le porti qua ed io mi tiro su anche qualche soldino".
Per carità, le puttane ci saranno sempre e quelli che ci vanno pure, ognuno farà i conti con la propria coscienza. Ma un padre è un padre e certe cose te le deve dire. Anche se magari lui da giovane ha fatto di peggio. E da uno Stato mi aspetto che combatta il fenomeno, non che lo regolamenti lucrandoci sopra. Non puoi regolamentare un reato*, sarebbe come istituzionalizzare il pizzo.
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* In Italia non è considerato reato vendere il proprio corpo, lo è lo sfruttamento della prostituzione.

NB: chiarisco inoltre che "stare con le carfagna" non vuol dire approvare in pieno il suo ddl (limitarsi a vietare la prostituzione in strada senza agire a 360° contro lo sfruttamento, infatti, significa spingere chi si prostituisce nel sommerso degli appartamenti, dove chi è sfruttato lo sarà ancora di più)

lunedì 22 settembre 2008

Pozzar celebrity day (non gli passa piu')

Le immagini (sono solo un assaggio) raccontano fin troppo di quello che è accaduto sabato. Vorrei iniziare dalla fine: eccolo il festeggiato, in tarda serata, svenuto su un sedile di un bus a pochi km da casa. Guardatelo: non vi sembra un angelo nero uscito da un quadro di Botticelli (o da una pubblicità di Dolce & Gabbana)?

Grazie Fabio, ora non ti resta che fare il grande passo.
GUARDA le foto dell'evento

martedì 16 settembre 2008

I slurp Burzy vs I slurp Burzy

I slurp Burzy vs I slurp Burzy non è solo il confronto tra 2 magliette di un addio al celibato, ma molto di più. E' lo scontro fra 2 generazioni di donne.

Andiamo per ordine, vai con il gingle:
"La maglietta di sinistra, dai colori vivi e lucenti, è stata lavata dalla mamma di un partecipante all'addio,
mentre la maglietta di destra, dai colori smorti e opachi, è stata lavata dalla compagna di un partecipante all'addio"

E, vi assicuro, l'immagine non rende...

Il rapporto tra l'homo modernus (detto anche domesticus) e questo nuovo esemplare di donna, di contro, non ha solo prodotto magliette sbiadite, bensì si è evoluto progredendo: durante la cena, ad esempio, i due fagiolini oggi sono in grado di discutere in piena autonomia non solo di cucina o di economia domestica (vecchia specie di mulier arcaica), ma anche trattare argomenti tipo "fiction", "modi per spendere molti soldi in un solo sabato pomeriggio", "isola dei famosi", "scarpe" e "borse" (nuova specie di mulier diva et donna).
Per l'homo agriculus, nonno dell'homo modernus (detto anche lavapiattus), era molto più semplice. Fuori dal contesto domestico provvedeva a tutto lui e la mulier arcaica, padrona indiscussa del focolare, non aveva rivali tra le faccende di casa. Lo stipendio tecnicamente veniva incassato dal maschio, ma se lo guadagnavano tutti e due. Ora la mulier diva et donna, non prima di essersi infilata un paio di tacchi 12, è uscita dalla cucina con l'intento di supportare il compagno a cercar provviste. Così giustamente (e ribadisco giustamente) l'homo lavapiattus (detto anche lustrasanitarius) si è armato di pattine e grembiulino e, tra un pettegolezzo telefonico ed una pulizia ai sopraccigli, sfreccia tra i mobili con il folletto in una mano e cucina filetti al pepe verde con l'altra.

Ma la ridistribuzione delle mansioni, se vogliamo comprensibilmente giustificata dalla mutazione sociale e necessaria alla sopravvivenza dell'unione, ha indotto la più preoccupante crisi dei ruoli all'interno della coppia moderna (detta anche incasinatas). Chi è uomo? Chi donna? Non vale rispondere chi ha il pistolino chi no. Tempo fa sentii un ragazzo sostenere che l'uomo o donna ideale non esistono più, quello a cui si deve puntare oggi è la figura ideale, indipendentemente dal sesso della figura stessa. Nooooo, che tristezza. Tutti unificati in figure standard prive sia di femminilità che di romanticismo che di tutto il resto che ci rende diversi e proprio per questo ci attrae. No. Qualcuno deve salvarci e, come al solito, quelle siete voi. Come? Tornando ad essere donne. Ma non arcaiches. Diciamo..."Mulier domus sensual diva et donna sed minor coglions rompitur".

Tutto chiaro?

GUARDA la nuova generazione di donne

martedì 9 settembre 2008

Il codice Ciccone

Da ligio credente e da (un po' meno ligio) praticante, domenica sono andato a messa. Sveglia un quarto d'ora prima dell'inizio della celebrazione, camicia della sera prima in pizzeria, rapida occhiatina allo specchio ed arrivo in chiesa alle h 11.05, giusto in tempo per il Confesso. Ebbene le ho provate tutte, ve lo giuro. Ma nulla, non ho seguito neanche un minuto, predica compresa. La voce monotono del parroco, simile a un lunghissimo DO greve di un clavicembalo ottocentesco, era di un tedio devastante.
Manco a dirlo il pomeriggio stesso mi è capitato di leggere un articolo di un certo Don Piero, uscito su Torino Sette, che descriveva i richiami al creatore del mare. La vastità delle acque, la serie di colori ,il movimento, fino ad arrivare al nuoto dell'essere umano: dorso, stile e i "... movimenti che imitano gli animali; la rana, il delfino e la farfalla, come la gioia di essere guardati dai Suoi occhi... ". Bel compitino Don Piero, veramente. Ma chi diavolo (appunto) creda che legga sta roba? Guardi che per comunicare efficacemente qualcosa a qualcuno non è sufficiente parlare la stessa lingua. Un minimo bisogna sintonizzarsi sulle frequenze di chi si vuole raggiungere. Come si può pretendere che un occidentale dei giorni nostri (figuriamoci un ragazzino) possa (innanzitutto) ascoltare e successivamente trarre qualche insegnamento da un fossile nascosto dietro un pulpito di marmo che a rallentatore discorre, ad esempio, di "...immobilità a braccia aperte, a ricordare un punto di Paolo all'areopago di Atene" (parole sempre tratte dal capolavoro di Don Piero)?
Madonna sabato sera ha dedicato "Like a Virgin" al Papa aggiungendo, prima di incominciare:

«Perché mi ama, perché anch'io sono figlia di Dio. Anche voi siete figli di Dio».

Cazzo questa cosa qua si che mi è arrivata.
Immaginate un gay che, durante il concerto, si è sentito dire da un ex prostituta che Dio la ama e che anche lui è figlio di Dio. Nessuno gliel’aveva mai detto. Forse allora c'è speranza per tutti, Dio fa sorgere il sole sia sui buoni che sui cattivi, forse possiamo farcela anche noi.
Cazzo questa si che è catechesi, più efficace e carismatica di mille rubriche di Don Piero.

Per chi volesse godersi la versione integrale del saggio di Don Piero, può trovarla QUA.

martedì 2 settembre 2008

Non perdiamoci di vista (The profumiera job)

Mora, capelli lunghi e mossi, occhiali Ray Ban, havaianas e gonna corta di jeans sempre. Sembra ancora di vederla in mezzo agli ombrelloni Arianna. Arianna è la ragazza italiana in ferie, spalmata in agosto sulle spiagge più bianche del pianeta. Socievole, puritana (mai il topless, neanche quando è sdraiata di schiena), quest'anno si è divertita moltissimo, immersa in acque limpide di giorno e scatenata su piste da ballo di notte, a un metro dalla spiaggia e ad un dito dalla luna. In quanto italiana si è fatta subito attirare da alcuni suoi connazionali che si presentavano ruspanti in spiaggia con la camicia elegante. Dopo aver però notato che questi strani individui venivano presi per il culo da tutto il vicinato, ha pietosamente riso anche lei per i loro curiosi modi da veri pistola. La nostra Arianna è poi uscita miracolosamente indenne dalle orde di napoletani, che con fare riservato (...) ed espedienti bizzarri cercavano tutte le sere di portarsela a letto. Ma durante una notte stellata, una di quelle notti che si vivono soltanto da giovani, Arianna ha incontrato un bel moretto tenebroso e, l'ultima sera, finalmente, se l'è limonato. Lui avrebbe voluto qualcosa di più, lei gli ha dato il numero di cellulare. Anche se non penso fosse proprio uno scambio di numeri quel qualcosa in più che stava cercando, il moretto da vero gentiluomo l'ha salutata con bacio e abbraccio passionali, aiutato nell'intento da un'alba mozzafiato.
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Come tutte le cose belle anche le vacanze sono finite, così eccola qua la nostra Arianna, seduta sul water di casa sua con i piedi a mollo nel bidè, perduta fra il display del suo cellulare con in testa solo gli occhi chiari del moretto tenebroso:
"Lo chiamo? Ma di già? E se poi gli sembro troppo appiccicosa?
Meglio un sms. Ma subito? E se aspetto troppo qualcuna non me lo frega?
Dai lo chiamo. Noooo. Meglio aspettare. Nooo. Meglio scrivere.
Già, così poi me lo rubano".
Driiinnn! .... Driiinnn! ......
"Oddio! E' lui! Mi sta chiamando!!!.ohhhhh.....
...cazzo, però, mi telefona così presto!?
Nooo, non mi interessa più".

giovedì 31 luglio 2008

Chiuso per ferie

- Dobbiamo prendere, andarcene e vaffanculo, no?
- Sì, ma dove?
- Manuel! Bisogna prendere e andare! Andare! Andare! Andare!
- Eh, dove! Dove!
- In Grecia
- Perché?
- In Greciaaaa.
Matteo (Silvio Muccino), Manuel (Elio Germano) e Paolo (Giuseppe Sanfelice) in “Che ne sarà di noi”.

Ebbene sì. Quest'anno ritorno dal mio vecchio amore, la Grecia. Ios e Santorini. Poi Mikonos, ma quella è un'altra storia.
Buone vacanze a tutti amici miei, il blog riapre a settembre. E ricordatevi che visitare un luogo non è fotografare i monumenti, ma parlare con le persone, carpire i loro sguardi e conoscere le loro storie. Assaporando i loro sorrisi.
Cuba, estate 2004, mercato dell'Havana

domenica 27 luglio 2008

Il senso della famiglia

Fabienne Verdeille è la mamma della bimba francese di 4 anni picchiata dal padre 2 sabati fa all'Altare della Patria a Roma (viva Iddio la piccola è uscita dal coma). Fabienne Verdeille, classe '78, figura tra i componenti del comitato d'impresa di Tele France 1.
Trent'anni e comitato d'impresa. Due cose che in Italia raramente si vedono in coppia. Ma come si fa, qui da noi, a 30 anni, a far parte di un comitato di impresa? Semplice, basta seguire le istruzioni e i consigli che stanno elargendo ai giudici i vari Tavaroli e Tronchetti (caso Telecom): lasciate perdere master vari nelle più blasonate università del pianeta, è sufficiente "..costruire una rete di persone amiche di ambienti istituzionali, di forze dell'ordine, magistratura, politica, ecclesiastici, giornalistici.." (corriere.it).
E come faccio io, così giovane e tra l’altro poco portato per gli studi e la vita d’impresa, a conoscere tutta sta gente? Non ti preoccupare per l’età e per quell’università mai finita, basta che tu abbia un papà con certi amici, infilato in giri giusti. Se non ce l'hai, non perder tempo a lavorare duro, a fare esperienza. Dovresti cambiare papà.
Un famoso politico italiano, tempo fa durante un intervista, disse: “Qui a Ceppaloni siamo tutti una grande famiglia”. Non importa se sei un deficiente o un delinquente, basta che fai parte della famiglia. Certo, qualcosa devi portare. Il tuo voto, meglio ancora gruppi di voti, oppure altri amici, quelli giusti. Oppure anche niente, noi ti daremo lo stesso. Certo, poi però dovrai essere riconoscente di cotanta generosità. E non potrai tirarti indietro quando saremo noi a chiederti un favore. Un favore qualsiasi. Come, per esempio, inserire un incapace qualsiasi tra i componenti del comitato d’impresa di una qualsiasi azienda italiana.

martedì 22 luglio 2008

Quello che intendevo

Da quando ieri l'ho ascoltato per la prima volta non mi sono ancora tolto dalla testa il suo sound penetrante. Personalità e testo illuminato, fantastico questo pezzo. Regia e fotografia del video idem.

GUARDA

Intendevo esprimere una roba del genere con "Italians see it better". Ma che stile questi!

domenica 20 luglio 2008

FACITE AMMUINA!

(Quelli che aspettano le ferie)
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REGNO DELLE DUE SICILIE
COLLEZIONE DE' REGOLAMENTI DELLA REAL MARINA
ANNO 1841
N°266

N 6975 REGOLAMENTO da impiegare a bordo dei legni e dei bastimenti della real marina

Napoli, 20 settembre 1841

Art.27. "FACITE AMMUINA".

All'ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann' a poppa e chilli che stann' a poppa vann' a prora: chilli che stann' a dritta vann' a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann' a dritta: tutti chilli che stanno abbascio vann' ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann'bascio passann''tutti p'o stesso pertuso: chi nun tiene nient' a ffà, s' aremeni a 'cca e a 'llà".
Ordine: FACITE AMMUINA!

N. B. : da usare in occasione di visite a bordo delle Alte Autorità del Regno.

il Maresciallo di Campo
Direttore del Ministero
e del Segretario di Stato
Amm. Giuseppe di Brocchitto

mercoledì 16 luglio 2008

Gradisco i fiori, ma un brillante è un altra cosa

Ho ricevuto un diamante, da una donna, fra l'altro. La mitica Super (nonna) Wood. Un "Brillante Weblog" per l'esattezza. Cito pari pari:
"Brillante Weblog" è il premio assegnato ai siti ed ai blog che risaltano per la loro brillantezza sia per quanto riguarda i temi che per il design. Lo scopo è quello di promuovere tutti nella blogosfera mondiale.
Regolamento
  1. al ricevimento del premio scrivere un post mostrando il premio e citando il nome di chi ti ha premiato mostrando il link del suo blog
  2. scegliere almeno 7 blog che reputi brillanti nei loro temi o nel design. Indica il loro nome, il loro link ed avvisali di essere stati premiati come "Brillante Weblog"
  3. (facoltativo) esibire nel proprio blog la foto e/o il profilo di chi ti ha premiato e di hai premiato
Bene.
Ringrazio tutti ma soprattutto la mitica Super WOOD che mi ha votato e gongolante non mi resta che compiere il mio dovere: ritirano il "Brillante Weblog" 2008 i blog..

Silvio Viale, perchè visitando il suo blog ho deciso di aprire il mio (te possino)

La raffinatissima Wood, in quanto mitica Super Wood

Francesca, la moda passa, lo stile resta (la frase di Coco dovevi lasciarla..)

Melania, ma la voglio meno triste

Eva Ricciuti, per il progetto

Cielo Libero, esempio di diario in rete

Premio speciale della giuria "Un vero personaggio" a Zecche

Per festeggiare il premio questo venerdì e sabato li passerò in spaggia di giorno e all'Essaouira di sera, all'ormai terza edizione della "camperata", quest'anno surclassata in "tendata" causa perdita del camper...(nota per lettore: il tizio con la maglia del Toro è Valerio, se non lo riconoscete è perché i kg in quella foto erano 20 in meno...)

camperata 2007

domenica 13 luglio 2008

Overdose di indugio

Debora Selvaggio e la mora riccia di Bulli e Pupe. Con questo doppio servizio sui loro capezzoli mi sono addormentato un paio di lunedì fa, davanti alla TV. La roulette russa dello zapping sfrenato ha cessato la sua corsa proprio su Lucignolo, proprio durante questo spettacolo di alta macelleria. Il mattino dopo, in scooter, ragionavo sulla mia sessualità, sugli effetti che il tempo provoca su certi ormoni, sulle mie abitudini. Mi interrogavo se tutto fosse a posto: un tempo crollavo sul divano di fronte ad un documentario sui macachi o ad un approfondimento politico di RAI 3, non come oggi di fronte a uno zoom su una natica tatuata!! Il rosso del semaforo arrivò all'improvviso, così arrestai la mia corsa. Dopo un paio di furtive sbirciatine dentro le auto in coda alzai lo sguardo e vidi da una camicetta sbottonata uscir fuori il primo piano di due enormi tette spalmate su di un cartellone pubblicitario. E la madonna!, pensai, già la mattina presto!
Certe volte mi dimentico di essere figlio degli anni 80, quando il massimo della trasgressione era curiosare i collant scuri che uscivano fuori tra le Timberland ed il risvoltino dei Closed, quando le camicie erano ben piantate dentro a jeans a vita alta ed i maglioni si acquistavano di 2 taglie più grandi. L’eccessiva esposizione sessuomediatica dei giorni nostri, anziché intripparmi, ha effetto sedativo sui miei sensi. Soprattutto perché l’istigazione allo stimolo della libido (ovviamente usata a fini consumistici) viene somministrata ormai smisuratamente fuori controllo, con il risultato di non provocare più nessun effetto. La droga non è un problema di sostanza, ma di dose. Qualsiasi sostanza, se abusata, è nociva. Quello di cui dovremmo abusare un po’ di più, in realtà, è di indugio. Perché genera brama. Di fantasia, che genera desiderio. Perché eccitarsi è aspettare. Non guardare, ma immaginare.

mercoledì 9 luglio 2008

Quelli che aspettano - parte II

Brau si, ma piciu nen (bravo si, ma piciu no)

Pippo è l'inguaribile ottimista, talmente ottimista che tutti lo pigliano per il culo.
Però felice. Sfido infatti chiunque ad averlo visto incazzato in giro per fumetti.


Ma allora chi ha ragione:
Pippo,
il fronte del "brau si ma piciu nen",
i cattivi,
pippa (...)
o meno pippe?

lunedì 7 luglio 2008

quelli che aspettano

culo
pacco
culo
pacco
culo
pacco


Anche se è risaputo che al culo-tette di noi maschietti buona parte dell'universo femminile risponde ormai disinibito con il culo-pacco, ogni volta che becco una donzella osservare questi 2 accessori maschili rimango stupito come la prima volta. Sarà che le medie le ho fatte dalle suore.

Se gradisci approfondire l'argomento, leggi "Giriamo la frittata"


mercoledì 2 luglio 2008

L'hobby di Leonardo

Profilo altamente specializzato con esperienza altamente specializzata cercasi.
Cazzo. Alle elementari ti hanno insegnato a leggere, a scrivere e a contare; alle medie il cerchio si è allargato hai imparato la geografia, ti sei avvicinato alla musica ed hai disegnato paesaggi di mare e di montagna. Alle superiori hai conosciuto i classici, scritto formule chimiche, osservato la volta celeste e tradotto (con scarsi risultati) testi di 2000 anni fa dal latino o dal greco. Poi, all'università, la prima avvisaglia della falciatura culturale. Della (più o meno) grande torta intellettuale che a fatica ti sei tirato su inizi a concentrarti solo su una fetta, abbandonando inesorabilmente tutto il resto. Al lavoro, poi, peggio: la porzione è ancora più sottile.
Così diventi un super figo nel tuo micro settore ma leggi sempre meno, scrivi al massimo l'elenco della spesa, riesci a far morire anche una piantina di basilico figuriamoci potare una rosa, non sai neppure imbiancare una parete e l'ultimo disegno che hai fatto è una stellina a lato di un taccuino durante una riunione. Ti svuoti.
Ma l'evoluzione deve per forza passare da questo processo? Capisco la necessità del tessuto sociale di poter usufruire di figure particolarmente qualificate e avvalersi della loro esperienza, ma focalizzare la propria vita sullo studio fondamentalista di pochi argomenti precludendo tutto il resto non è certo segnale di crescita, semmai di declino.
Dobbiamo rivalutare l'hobby, è surclassato. Già il nome, così sempliciotto, sembra stia ad indicare "qualcosa da fare quando hai tempo da perdere". Cambiamolo in "passione". E poi diamogli il giusto peso: è l'unica arma che permette di difenderci dalla specializzazione preconfezionata. Anzi, oserei addirittura di più: è il combustibile che ci muove verso la natura dell'artista. Ma non l'artista contemporaneo, quello che abbiamo in testa noi, bensì l'artista rinascimentale, che pensava alle sue opere a 360 gradi incarnando in pieno lo spirito universalista della sua epoca. Un tizio, in quel periodo, si elevò alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza. Fu infatti pittore, scultore, architetto, ingegnere, matematico, anatomista, musicista e inventore. Altro che altamente specializzato. Infinitamente alto, completo.
Leonardo da Vinci, presunto autoritratto

lunedì 30 giugno 2008

quelli che aspettano il post

Venerdì sera all'Evita Fabio ascoltava attentamente la ragazza pampero intenta a spiegargli il modo per vincere cappellino e maglietta. Ma lo smemorato di Piobesi dopo 5 minuti le istruzioni se le era già dimenticate. Forse perché durante il discorso stava pensando ad altro....
Ciao mitico Fabio, ma cosa le fai alle ragazze che cadono tutte ai tuoi piedi, lo sgambetto?

mercoledì 25 giugno 2008

Uniti per la VISA

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Ovvero nascita, vita e morte di una chiacchiera da spiaggia
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"Il miglior acceleratore della scappatella è l'olfatto. Non c'è dunque da stupirsi che proprio in estate abbia luogo la più grande mattanza di coppie più o meno in crisi". Così riflettevo venerdì sera percorrendo il tragitto che mi divideva dalla Costa Azzurra, lasciandomi dolcemente assalire dall'odore intenso dell'erba appena trinciata, da quello pungente dei silos ribollenti, dalla terra umida e dal sudore delle persone. E devo dire che il prolungarsi delle piogge di giugno, diluendo fragranze e profumi, ha fortemente giocato a favore dei rapporti di lungo periodo e della stabilità. Manco a dirlo sabato, più o meno alla stessa ora, mi trovavo a cenare in una piazzetta di San Remo con ben 2 coppie di giovani sposandi, felicemente affaticati dai preparativi ed entusiasti d'amore per l'imminentemente grande evento.
Così domenica, spaparanzati sul bagnasciuga, l'argomento che più teneva banco sotto l'ombrellone era proprio quello dei matrimoni e delle coppie in genere. Chi tirava fuori la storia del compaesano tradito già in viaggio di nozze, chi quello dell'amico già fiacco e snervato ancor prima di infilare l'anello, chi quello delle storie lunghe che finiscono 6 mesi dopo la cerimonia nuziale, chi viceversa. Ma perché ci si sposa? Abbiamo individuato 4 macro aree motivazionali:

A- perché ci si ama e si vuole costruire un futuro (migliore) insieme;
B- per inerzia. È da 38 anni che si è fidanzati;
C- per codardia / pigrizia. Non si ha il coraggio di porre fine alla noia che da sempre ci si porta dentro;
D- per soldi. Aprire le gambe ogni tanto è un buon compromesso allo sfarzo ed al lusso (non necessariamente sfrenato);
E- per avere qualcuno che ti spalmi la crema sulla schiena (questo caso in realtà rientra nei punti B e C...).


A parte constatare che l'acceleratore di scappatella ha vita facile solo con i gruppi B, C ed E, mentre con gli altri inesorabilmente soccombe; come in tutte le chiacchiere da spiaggia ovviamente non si è arrivati da nessuna parte. Ma l'ora di cena incombeva, dovevamo concentrarci sull'attesissimo Italia-Spagna e dire la nostra su formazione, allenatore e toto punte, così, una geniale battuta del leggendario Troisi (ovviamente pronunciata a modo suo) ci ha aiutato a liquidare definitivamente l'argomento: "Non è che sono contrario al matrimonio; però trovo che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi..". Mo' me lo segno.
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Bruni e Sarkosy

martedì 17 giugno 2008

Il Servaj Socievole

L'unione di due insiemi A e B, che si denota comunemente con "A U B", ha luogo se e solo se almeno un elemento x appartiene ad entrambi gli insiemi. L'unione di due insiemi A e B è detta disgiunta se essi hanno intersezione vuota. E' un'ottima rappresentazione geometrica di come gli individui si relazionino nel nostro cortese capoluogo piemontese, patria del Bicerin e della Grande Punto. Mi spiego meglio con un esempio: se un qualsiasi individuo di sesso maschile in un qualsiasi locale torinese tenti un qualsiasi approccio spontaneo nei confronti di una qualsiasi (valgono anche i cessi) gianduiotta sabauda, la probabilità di ricevere una portiera di un Daily in faccia è altissima, seconda solo ad un distaccato ed indifferente rifiuto. Se invece il medesimo individuo, prima di dar inizio al tampinamento, venisse accuratamente presentato alla nostra bela Maria da un amico in comune, un'ex compagna di scuola, un qualsiasi elemento "x" appartenente ad entrambe gli insiemi, le cose tra i due andrebbero diversamente.
Torino, città militare prima ed industriale poi, è da sempre poggiata su compartimenti stagni, circoli chiusi che per comunicare hanno necessariamente bisogno di un elemento in comune. Di contro, ma soprattutto di rigetto, la provincia piemontese ha sfornato un nuovo profilo sociale: il Servaj Socievole. Il Servaj Socievole è l'abitante di fuori città che, mentre in tutto il resto della penisola ha natura selvatica e diffidente, qui in Piemonte sbarca in centro e destabilizza con il suo carico di aperto entusiasmo e sano divertimento tutti i complessatissimi equilibri ermetici torinesi.
Dunque chi dovrebbe essere aperto rimane chiuso e chi dovrebbe diffidare degli estranei gli offre invece da bere. Ma solo chi condivide cresce e così qui da noi accade che un geometra di Verzuolo (CN) parta come piazzista di polizze assicurative e, passando per negozi di abbigliamento e modelle varie, arrivi a dirigere una scuderia di Formula 1, riuscendo addirittura a vincerne il campionato del mondo.
Flavio Briatore, soprannominato dai suoi vecchi amici Trìbüla, derivante dalla sua capacità di superare gli ostacoli per ottenere ciò che vuole (in realtà i maligni sostengono che derivasse dalla difficoltà a far fronte ai propri debiti).
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Glossario
servaj - \ særv'&y \ agg. selvaggio, selvatico . Maschile invariante al plurale. Per il femm. sing. e plur. rispett.: "servaja, servaje".
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martedì 10 giugno 2008

Stasera ti do' un colpo

Il filosofo barcollante (FB) questa settimana è alle prese con la ragazza tipo di lungo periodo (RTdLP). Un felice e sereno rapporto attempato non può di certo logorare il suo innato istinto da predatore. Inizia infatti ruggendo con un:
"Patatina..."
RTdLP: "Dai ..ciciciciccicci.."
FB: "Dai patatina che stasera ti do' un bel colpo, eh?"
RTdLP: "Coosa?..no, amore, guarda stasera non ce la faccio proprio, sono stanca"
FB: "Stanca?! Ma dai, è sabato sera!"
RTdLP: " Si patatino, ma lo sai che a me la vita di mare stanca.."
FB: "Ma se il tempo era una merda oggi, in spiaggia non ci siamo neanche andati !"
RTdLP: "Si, lo so...sarà stato il viaggio di stamane.."
FB: "Guarda che a guidare sono stato io, tu la cosa più stancante che hai fatto è stare seduta 2 ore a cambiare i CD.."
RTdLP: "Sarà che ci siamo svegliati presto?"
FB: "Si, si, ci siamo svegliati presto, ma dopo pranzo hai però ronfato 2 ore, te lo sei dimenticato?"
RTdLP: "Patatino...deve essere l'aria del mare"
FB: "Patatina...dai, stasera allora do' un bel colpetto al libro, così magari lo finisco".

mercoledì 4 giugno 2008

La solita minestra

In questi casi i punti i partenza sono fondamentalmente 2:
1 - fidanzatini dal tempo del liceo, da 10 anni uno a casa dell'altro e viceversa, vacanze sempre insieme, week end sempre in coppia o con la compagnia formata esclusivamente da coppie (sempre le stesse), amici storici di lui e di lei sotterrati da tempo. Rapporto leggermente logoro, fantasia ai minimi storici. L'inerzia abitudinaria tiene insieme i pezzi.
2 - Prime uscite insieme, cene dove ti giochi tutte le carte che hai a disposizione con una battuta sbagliata o un gesto incompreso. Pupilla sempre puntata sul display del cellulare alla ricerca di un messaggino che non arriva mai e sbalzi di umore nadiriani.
Ad un certo punto la ragazza (di solito son sempre loro, noi non abbiamo un buon rapporto con la drasticità) si sveglia ed improvvisamente ti dice: "sono confusa..", "voglio fare carriera..", "non so..". Un raudo in chiesa. Non capisci più un cazzo e non sai come possa essere accaduto. Molto probabilmente è un rifiuto, raramente è uno "svegliati!". Ed è qui che parte "l'ultimo tentativo": telefonate supplichevoli, sms di ultimatum, fiori, locandine, gioielli. Ma soprattutto lacrime e sofferenza. Chi meglio degli amici in questi casi può dare un utile supporto, prima ascoltando attentamente lo sfogo, poi esternando consigli da veri esperti del settore:
Per riprendertela devi stupirla! / Nooo, non chiamarla più per un po', tornerà / Parola d'ordine: personalità / zero tattica + zero fascino = zero donne / Non puoi puntare su quello che non hai, se sei timido sei timido, se sei estroverso sei estroverso / Siamo degli iceberg, il 90 % di noi è sotto / La migliore amica delle donne deve siglare il legame tra di voi, fattela amica e sarà fatta / Quando siete insieme, il numero di respiri che fate è irrilevante, l'importante sono i momenti che tolgono il respiro / Le donne son tutte zoccole / Dai stasera andiamo a ballare e gliela battiamo a tutte, statisticamente una ci starà.
Fortunatamente in questi casi neanche chi fa il primo passo sa cosa vuole, così è altamente probabile che chi ha lasciato ritorni. E chi è stato lasciato riprenda. Ma è solo un attacco di nervi prima della morte clinica. Anche se nella maggior parte dei casi la storia d'amore avrà fine, almeno subentrerà la consolazione di aver provato il tutto per tutto. Perché è vero, quello della minestra riscaldata è il detto più vero che c'è ma, come canta Mario Venuti, i veri acciacchi dell'età sono i rimpianti.