giovedì 29 maggio 2008

Quelli da una botta e via

Prima o poi doveva venire fuori. Da luglio 2007, mese in cui gastaldology nacque, mai un grafico, mai un diagramma di flusso, mai statistiche affiancate da barre o linee, varianze, mai sondaggi percentualizzati alla seconda cifra decimale sono comparsi sul blog. La mia estrazione economica, fin d'ora latente come un herpes labiale dei più irritanti, oggi è venuta fuori. Quindi incominciate a beccarvi questo grafico a torta:


Referrer totali mese di maggio

Rosso: richiesta diretta 44,32%
Giallino: siti 34,66%
Blu: motori di ricerca 20,68%
Bianco: non rilevabile 0,34%
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Grazie al mio aggeggino rilevatore di entrate sul blog, dunque, possiamo apprendere che quasi la metà degli adepti accede a gastaldology digitando direttamente l'indirizzo, il 35% circa accede da altri siti web dove sono linkato (ringrazio tutti i miei amici bloggher) ed un 20% attraverso i vari motori di ricerca. Di questi ultimi 20% una buona parte sono afecionados, magari non si ricordano l'indirizzo per esteso o non lo hanno annoverato tra i preferiti (male) e preferiscono andarselo a cercare su Google digitando "gastaldology" o "luca gastaldi blog".
Ma c'è uno sparuto gruppo di navigatori che transita sul blog solo una volta, per sbaglio, cerca altro ma il caso vuole che la parola digitata faccia sputare al motore di ricerca anche il mio indirizzo.
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Ecco alcune chiavi di ricerca più singolari del mese di maggio:
Zozzerie
sexy me la dai ?
zoccole in gomma
gobbi truzzi
7 km in quanti minuti?
amare una donna brutta milan kundera
bel culo
birikine
castrati
cosa vuol dire ti rasero' l'aiuola?
dolore alla milza ibuprofene
fighe ottantenne
gara podistica dopo una sbronza
gare pazze tettone
il mio personale sui 10 km e' di 51' e30 ''
laringe gonfia dopo corsa
le tette della signora
partita calcio dolore milza
pene oliato foto
quando corro ho dolori alla milza
ragazze cabinotte fisico
scalda cazzo
sexy e bonita
suor vacca trailer
sindrome andero genitale
super falli
tamponamento frenata improvvisa
tette islabonita
vediamoci per un orgia
zozzone
velociraptor cassa toracica
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Dall'analisi delle parole digitate viene fuori un profilo agghiacciante dei personaggi che passano di qua per caso, quelli di una botta e via, appunto. Subito si delineano 2 filoni ben definiti: gli sportivi in declino che non disdegnano serate alcoliche ("gara podistica dopo una sbronza", "laringe gonfia dopo corsa", "dolore alla milza..") e i pazzi pervertiti, di cui una parte particolarmente pervertiti ("fighe ottantenni", "pene oliato foto", "suor vacca trailer").
Oggi vorrei salutare ricordando proprio loro, scoppiati e depravati che sono passati e che passeranno di qua fortuitamente una volta sola, compreso quel povero studentello delle medie che, alla ricerca di informazioni sui dinosauri per l'interrogazione del giorno dopo ("velociraptor cassa toracica"), si è ritrovato a leggere di filosofi barcollanti e di pistolini e farfalline.

sabato 24 maggio 2008

Facce da galera

Nei giorni scorsi su Repubblica.it è apparso un articolo che raccoglieva 21 immagini scattate a detenuti dopo un arresto. Il blogger americano che le ha scovate le definisce le migliori di sempre: ognuna con una propria peculiarità.
"Carino", ho pensato, prima di clikkare sul link per guardarle.

GUARDA

Della visione sono rimasto abbastanza deluso. A parte un paio di scatti, tutti gli altri mi sono parsi piuttosto normali.


Complice il maltempo, sabato ho dato una riordinata ai file presenti sul mio disco fisso e, come prevedevo, tra le immagini salvate ho scorto parecchi ritratti di individui loschi e poco raccomandabili. Queste sì che sono vere facce da galera, foto segnaletiche di squilibrati cui tutti dovrebbero stare alla larga.

Per chi volesse guardarle un po' più ingrandite, il video è anche su You Tube.

mercoledì 21 maggio 2008

Francesco l'Alternativo

Nota per il lettore: il post è venuto fuori con due finali e visto che mi piacevano entrambi, entrambi li ho lasciati. Scegliete pure quello che più vi aggrada.
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Venerdì sera ai Murazzi mi sono curiosamente soffermato ad osservare 2 accessoriatissimi squatter. Non per le loro creste, le loro borchie o i loro cani, ma per il loro frenetico smanettamento su cellulari dell'ultima generazione. Pensavo, sorridendo a labbra chiuse, agli insulti che ricevetti dalla frangia di miei amici più alternativi quando, a metà degli anni 90, ufficializzai l'acquisto del mio primo cellulare. Gli stessi amici, qualche anno dopo, si telefonavano pavoneggianti dai tavolini dei bar, confrontando i modelli.
Incredibile. Il cellulare è l'esempio principe di come un prodotto che nasce bene di lusso via via si diffonda a tutte le classi, in questo caso addirittura a quelle che per ideale combattono il conformismo e l'ostentazione. Gli economisti sostengono che una variabile con peso considerevole, in queste situazioni, è il prezzo, che parte alto creando appetibilità da status simbol e via via si abbassa aumentando i volumi (vedi anche "dinamiche di Price skimming"). Ma anche gli ideali sono in vendita? Fatemi capire: se il prezzo dei SUV scendesse a 5 mila euro cadauno vedremmo dei puzzosissimi rasta con i loro enormi bonghi caricati su lussuosi Caienne, o sindacalisti che si presentano alle manifestazioni contro il precariato su sgommanti Range Rover? Attenzione, perché affermare questo vuol dire minare le fondamenta stesse del comunismo, declassandolo da manifesto di uguaglianza ed equa ridistribuzione di risorse a partito di invidiosi che, con i loro bassi redditi non possono (ma vorrebbero) ambire a salotti agiati, che nel frattempo criticano. Se Karl Marx non fosse stato così povero (in una lettera diretta a Hegel scriveva: "..non credo che nessuno abbia mai scritto sul denaro con una tale mancanza di denaro..") si sarebbe così ferocemente accanito sulla proprietà privata e sul capitale?
Chi lo sa. Di certo è che il mondo è pieno di finti alternativi, come di finti poveri e di finti ricchi.
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Finale nr. 1
Forse gli unici anticonformisti sono solo quelli che, partiti da classi agiate e immersi nel lusso, hanno mollato tutto e si sono ritirati su verdi cime di sperdute colline. Non vi viene in mente nessuno? A me si: San Francesco. Lui si che aveva le palle. Quelli di adesso, al massimo, hanno la fascia per i dred all'ultima moda.
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Finale nr. 2
Forse gli unici anticonformisti sono solo quelli che, partiti da classi agiate e immersi nel lusso, hanno mollato tutto e si sono ritirati su verdi cime di sperdute colline. Ora vi saluto, vado a finire il torneo alla Play Station. La 2, non la 3. Quella aspetto che il prezzo scenda e poi me la compro.

giovedì 15 maggio 2008

Una storia infinitaaa, che dura una vitaa..

Domenica si decide lo scudetto, così ho pensato di dedicare un piccolo spazio ai miei cari amici interisti.


Cari amici interisti, innanzitutto tanti tanti tanti auguri per domenica pomeriggio. State tranquilli, ormai lo scudetto è vostro, la partita contro il Parma è una semplice formalità. Quest'anno lo scudetto, come del resto anche quelli dei due anni precedenti, lo avete proprio meritato. E quando a metà campionato eravate un po' in crisi la fortuna, sottoforma di rigorini, vi è anche venuta incontro.

Allora ancora tante tante tante congratulazioni in anticipo per la vostra terza vittoria consecutiva da parte di tutti i tifosi italiani, visto che ormai in simpatia avete anche superato la Juve.



mercoledì 14 maggio 2008

Il mercatino delle scuse

La dinamica è sempre la stessa: frenata improvvisa del veicolo che ti precede, tua frenata improvvisa, tamponamento della macchina dietro di te (di solito con conducente donna).
Scende una tamarracabina, che esordisce con: "minchia, ma proprio così mi dovevi inculare?"
Io: "Guarda che chi è stato inculato veramente sono io..."
Tamarracabina: "minchia…però tu un po' facevi zig zag!"
Io: "Cosa..!? stai scherzando, vero?"
Segue una telefonata al suo assicuratore, che ovviamente dice di non firmare nulla.
Ma è così difficile al giorno d'oggi prendersi le proprie responsabilità? Quanto è raro, in questi casi, sentire uno: "scusa, non ti ho proprio visto, mi spiace molto". Ma soprattutto, qual è la causa di tutto questo scaricabarilismo, questa continua ricerca di fregare il prossimo per poi vantarsi con famigliari e amici?
Facciamo rispettare le regole! Ok, d'accordo.
Pene più severe! Ok, d'accordo.
Certezza delle pene! Ok d'accordo.
Licenziamo i fannulloni! Ok, d'accordo.
Tutti però partono dalla cura, nessuno dalla causa.



Il calcio, che è una meravigliosa metafora della vita, può aiutarci a comprendere meglio. Nei paesi di stampo anglosassone il calcio è uno sport, con le sue regole, i suoi principi e i suoi valori. A fine partita uno vince l'altro perde, ci si stringe la mano e si corre a bere una Guinness. Nei paesi di stampo mediterraneo (inseriamo anche America del sud e Messico) il calcio è un gioco, con le sue regole, certo, ma anche con le sue accortezze, le sue astuzie, gli inciuci ed i bluff. A fine partita uno vince l'altro dà la colpa all'arbitro (o, come direbbe Checco Zalone, all'albitro). Ci si insulta e ci si da appuntamento per riempirsi di botte.
Attenzione, perché se il giochino ogni tanto non viene oliato con un po' di lealtà, prima o poi si rompe. Ultimamente l'Italia mi sembra un enorme mercatino delle scuse, simile a quello delle spezie di Marrakech, dove contrattare è un'arte e mercanteggiare patteggiando le proprie responsabilità è un dovere. Poi, però, tutti a lamentarsi se qualche multinazionale francese vuole acquisire le nostre bancarelle.
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Mercato di Djemaa'el'fna, Marrakech

martedì 6 maggio 2008

Quando muoiono son tutti bravi

Quando nascono son tutti belli, quando si sposano son tutti ricchi, quando muoiono son tutti bravi. Questo proverbio che spesso raccontava nonno Pinin è la prima cosa che mi è venuta in mente ascoltando giorni fa in radio Alessandro Bergonzoni il quale, durante uno dei suoi pirotecnici interventi, sosteneva la terapeutica necessità di celebrare il funerale ai vivi. L'unica cosa a cui non si può rimediare è la morte, dunque perché non anticipare la celebrazione funebre al tempo in cui si è ancora in vita? Pensate a padri e figli che, per vecchi e presunti torti non si vedono più da tempo, potrebbero finalmente rivedersi (da entrambi vivi). Per non dire della pratica del piangere sui ricordi di chi non c'è più che verrebbe sostituita dal calore e dalla gioia del rincontrarsi. Come dice il proverbio, inoltre, la morte "slava" da tutti i difetti e le biricchinate commesse durante la propria esistenza. Ancora in vita, si potrebbe far notare al non ancora defunto non solo i pregi e le sue qualità, ma anche qualche angolo spigoloso da smussare, magari con il tempo.
In vita, però, bisogna fare i conti con uno spiacevole ostacolo: l'autoillusione. Questo diffusissimo fenomeno può vanificare gli influssi positivi del funerale ai viventi. Riuscire ad ammettere i propri errori, a fare tesoro dei consigli e migliorare crescendo (in altre parole, ad ascoltare), oggi è pratica in via di estinzione. Molto più diffusa, invece, è l'allergia ermetica al parere altrui, che si materializza in un sonoro "cazzo vuoi?". Badate bene, nessuno è immune dall'autoillusione, tutti ne portiamo una certa quantità in seno. Quante volte abbiamo diffidato degli avvertimenti degli amici che ci allertavano su pratiche non proprio angeliche della nostra fidanzata di turno? Ci siamo poi riscoperti pluri cornutazzi e col sedere bruciacchiato. Oppure abbiamo persistito di fronte ai NO secchi della tacchinata di turno e ai "non hai speranza, lascia perdere" della cumpa. Anche se devo dire che in campo sentimentale la persistenza, affiancata ad una buona dose di zerbinaggio, spesso premia: conosco ragazze che hanno dato quella cosina lì a maschietti non per amore o per sesso, ma per sfinimento.
Dunque: ascoltare e perseverare, crederci sempre, mollare mai. Se non molli, alla fine qualcuna te la smolla.