martedì 30 ottobre 2007

Deliri da contravvenzione

È davanti ai miei occhi, anche lei pare mi osservi. L’afferro stretta con entrambe le mani, la scuoto ed impreco: 158,00 euro e -5 punti sulla patente. Pensate, sfrecciavo non curante del pericolo a 67 Km/h. Pazzesco. È incredibile come in quest’Italia bonaccion-giustizionalista, educata a pacche sulle spalle e pugni di ferro, a pagare non sia chi effettivamente abbia commesso il reato, bensì l’innocente. Così accade che se un coglione saetti a 160 Km/h in pieno centro abitato e stiri sborniato fradicio una vecchietta, il venerdì successivo venga ritirata la patente per 6 mesi ad un povero cristo uscito 2 ore a farsi una sana bevuta in osteria.
Perdonami se te lo dico, ma non hai capito proprio un cazzo. Se uno dribbla a 160 all’ora il panettiere o il farmacista non devi venire da me che mentre mangio pane e salame mi faccio 2 bicchieri di barbera vivace. Se un coglione alterno chic per fare il figo si organizza le vacanze in Yemen e prenota una capanna nel villaggio dei ladroni, non lo devi liberare coi miei soldi, ma il riscatto se lo paga lui. Se una topina anche d’inverno si veste “minimal”, rigorosamente con cosce, ombelico e schiena all'aria aperta, i medicinali non glieli passi, ma se li compra (ragionando bene quest’ultimo esempio non calza un gran che, anzi sarebbe doveroso riflettere in merito ad una serie di incentivi e sgravi a favore dello stile minimal invernale...).
Tutto questo, tra l’altro, in nome della sicurezza di noi cittadini. Ma quale sicurezza? La verità è che la sicurezza è soggettiva. Ed è dimostrabile scientificamente. Nel mio caso, ad esempio, il metodo contraccettivo più sicuro è la retromarcia. Da anni, infatti, la sperimento affinandola con successo in tutti i miei rapporti non occasionali, e di cicogne in giro non ne ho mai viste svolazzare.

giovedì 25 ottobre 2007

we love football

Amici, adepti e quant'altro, da oggi potrete anche voi appassionarvi con le eroiche gesta dei 12 leoni del Caffè Corretto Cernaia. Per presentarvi questa singolare squadra di scapestrati innamorati del calcio ho proposto a Fabio Pozzar, il nostro capitano, di scrivere 2 righe in merito. Buona lettura e buona visione. E mi raccomando, seguiteci. Vi emozioneremo.

"Dopo anni trascorsi a calpestare i più svariati campi di calcetto della provincia torinese, due anni or sono i fantastici tre (Gasta, Ghione, Pozzar) decisero che era giunto il momento di dare una svolta alla loro carriera. Gettate le divise dello Sporting Ghione, fondarono il Caffè Cernaia, iscrivendosi con entusiasmo al campionato Time Out di calcio ad otto. Un anno di sofferenze, polemiche, delusioni ed arrabbiature, un anno difficile che vide spiragli di luce soltanto verso il termine dello stesso. Gli intrepidi, pero', credettero nel progetto. Mantenuti in organico i migliori elementi, acquisiti giocatori di livello, epurate le mele marce, fondarono con sempre maggior entusiasmo il Caffè Corretto Cernaia. La stagione e' appena iniziata e martedì sono già arrivati i primi tre punti. Settimana per settimana racconteremo la gioia di un gruppo che si appresta a compiere una lunga cavalcata insieme. Amici e compagni. Eccoli".
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ENTRA nell'area dedicata al Caffè Corretto Cernaia
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domenica 21 ottobre 2007

Giriamo la frittata

In un lussuoso ristorante di un lussuoso centro cittadino cinque amiche, elegantemente addobbate e piene di grazia, si scambiano alcuni pensieri.
D. : “Sei poi uscita con Brad?”
O. : “Si, ed abbiamo trascorso una bella serata. Mostra sui Longobardi, aperitivo, passeggiata in centro ed una volta sotto casa….bacio sotto il portone!”
N. : “Carìinooo…”
N. : “…e poi, cosa gli hai combinato, zoccolona...!”
A. : “…e ci sapeva fare?”
O. : “E poi un cazzo! Mentre mi baciava ha incominciato a leccarmi tutta, labbra, naso, guance, denti…che schifo!”
D. : “Nooo! Ti sei beccata uno sbrodolone!”
O. : “E pensare che con quel sorriso, quelle labbra e soprattutto quel culo avrei immaginato ben altre cose che asciugarmi la sua bava dalla faccia…”
N. : “E’ proprio questo il pericolo degli sbrodoloni, non te ne accorgi fino a quando non ti immergono nella loro saliva.. sono i peggiori!”
N. :“No guarda i peggiori sono quelli che tengono la lingua a cozza e aspettano che faccia tutto tu...se uno muove la lingua a cozza figuriamoci come muoverà l’uccello!!”
A. : “Io di lingua a cozza ne ho scaricato uno la scorsa settimana”
O. : “Amiche, secondo voi anch’io dovrei lasciare Brad?”
D. : “Brad? Vorrai dire Sbrod! O Brodino!”
D., O., N., N., A. : “Ah…ah ah!...”.

Se le ragazze potessero ascoltare quello che diciamo durante le nostre uscite da cani sciolti e conoscere dove posiamo gli sguardi mentre esaminiamo clinicamente le loro passeggiate, ci lascerebbero all’istante.
Pensandoci bene, la cosa è reciproca.

martedì 16 ottobre 2007

La castità dei castrati (I Caraibi sono qua)

“Piuttosto che avere un finto orgasmo con un uomo vero preferisco avere un vero orgasmo con un fallo finto”.

Così ringhiava tempo fa una giovane ospite intervistata da Chiambretti a Markette. Capello corto, occhi cobalto, spirito indomito e perfidia latente travestita da ingenuità puerile. È lo standard femminile di questi ultimi tempi, da quando la candida Barbie è stata sostituita (qualcuno dice addirittura uccisa) dalle perfide Winx. Ragazzine di prima media armate di lucidalabbra e ombelichi scoperti questionano il sesso meglio di un trattato sul tantra, lasciando i maschietti del resto della classe, ancora alimentati a pane e play station, attoniti ed increduli.
Mi è sempre puzzato lo sventolio dei buonisti filo-vaticani del ritrovato valore della castità tra i giovani, eroi del terzo millennio, che rifiutano il compromesso con l’immoralità certi che la purezza custodisca l’amore autentico. Penso infatti che tutto questo sforzo nel ricercare la propria integra dignità non derivi dall’alto dei cieli, ma debba essere ricercato un po’ più in basso, a circa un metro da terra, raggomitolato paurosamente in mezzo alle gambe degli ometti. Povero pistolino, bersagliato fin dalle tue prime erezioncine mattutine da sensi di colpa, ansie e super falli cosmici in giro per la tv, ora non ne vuoi proprio più sapere. Vai a trascorrere le vacanze a Cuba o in Brasile a fare il pieno di machismo e spedisci le farfalline, nel frattempo anche loro entrate in crisi, in terre sperdute alla ricerca di bambù giamaicani e caraibici.
Tornate pistolini e tornate farfalline, guardatevi negli occhi l’un con l’altra e capitevi anziché girare il mondo per una trombata a pagamento. Con un po’ di pazienza, vi accorgerete all’improvviso che i Carabi sono qua (gratis).
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Winx Stella, fata della Luna e del Sole, attentissima alla sua forma esteriore e spesso impegnata a creare pozioni d'amore per i suoi contendenti

martedì 9 ottobre 2007

L'involuzione della specie

Giovedì sera all’ennesima inaugurazione dell’ennesimo locale invernale (qui a Torino cambiano solo i locali, le facce e gli idioti son sempre gli stessi) ho potuto constatare l’intensificarsi tra i tavoli dei privè di una particolare specie dell’universo femminile torinese: la tamarracabina. Griffata, sguardi per nessuno, indifferente a tutto quello che non abbia le sembianze di un magnum, accento calabrese ed intercalari siculo-francesi (ex. “minchia però”). È l’evoluzione impazzita della shampista tradizionale nonché cugina maligna della nostra preferita, la pirotecnica shampachic.
Non dobbiamo certo scomodare Darwin per affermare che è l’ambiente a compartimenti stagni della nostra tanto amata città delle auto e dei cioccolatini, militare prima e industriale poi, ad aver creato questi mostri. Tra i lampioni illuminati che cingono la Mole pure i trans portano il tauilleur e anche chi non può permetterselo se la tira. Una vera catastrofe per i maschietti smaniosi di fusa, carezze e graffi da gattine ruffiane. Dapprima sballottata alla deriva genetica, la specie (un po’ sfigata) dell’Homus Taurinense è uscita dalla pàuta e si è progressivamente evoluta, affinando le caratteristiche ruspanti che la rendono meglio adatta a questi ambienti aridi ed impervi. Ora possiede gli attributi per invadere l’Italia, ma di certo non lo farà. Non sia mai che qualcuno lo venga a sapere..
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Glossario:
Shampista (o shampa): non ha bisogno di definizioni, l’antitesi della classe in formato scorreggia.
Tamarracabina: shampa con sindrome di inferiorità verso le cabinotte (o paroline, ecc..) che fa di tutto per assomigliarle.
Shampachic: shampa curata in modo grazioso e sobrio, che non dà a vedere la sua derivazione tamarra (fino a quando non la si vede sputare in terra).
(mi scuso se sull'argomento "shampa" manca qualche definizione, ce ne sarebbero troppe…)
Pàuta: \ p'&ut& \ sost. f. fango. Al plurale pàute. Vedere anche paciòch, nita.

giovedì 4 ottobre 2007

L’occhio vuole la sua parte. E gli altri pure

Le femmine in calore delle scimmie sono solite richiamare l’attenzione dei loro pretendenti attraverso un'evidente modificazione delle parti intime, che si infiammano acquistando il morboso aspetto di melagrana matura. Una vera e propria insegna sexy per i maschietti più distratti. Da sempre negli uomini l’impulso sessuale parte dalla vista. E anche se la sessualità del gentil sesso, più interessante e curiosa, è legata ad altri aspetti come l’immaginazione o le terminazioni nervose auditive, la società moderna porta a soffermarsi solo su alcuni dei 5 sensi, seppellendo gli altri nei meandri dell'inconscio.
Alcune sere fa, assaporando per caso un famoso liquore alla pesca (in coda ad un paio di Rum Cooler), non solo sono stato teletrasportato nel passato al tempo delle prime ciucche, ma con piacevole sorpresa ho anche resuscitato il profumo d’erba umida delle sere estive, dove di nascosto ci sdraiavamo con le ragazze. E poi ancora il gusto dei primi baci, lunghissimi e fradici di lingue pioniere, le prime tette sfiorate da polpastrelli indiscreti ed esausti dopo aver slacciato cinture e scavato canottiere, l’odore dei capelli, della pelle sudata, della patatina. “Eccezionale”, mi son detto, “devo assolutamente dare dei compiti per casa la prossima settimana”. Eccoli.


Compiti per casa di questa settimana
Non affrettate l’amore, ma guardatevi intensamente, sussurratevi nelle orecchie poesie di Neruda, cospargetevi il corpo con dolci d’uva e con miele, degustatevi, palpatevi partendo dalle parti del corpo meno esplorate ed annusatevi tutti. Perché i sensi sono l’anticamera del piacere.

lunedì 1 ottobre 2007

Matado !

Torino - Juventus 0-1. Goal di David Trezeguet al minuto 93.

Chi meglio dello 0-0 sul tabellino finale avrebbe impersonificato questo Derby brutto e nervoso (seppur corretto). Ma le cose, come sapete, sono andate in un altra maniera. Proprio come non avrebbero mai voluto perdere i granata. Proprio come se la sono sempre sognata i gobbi.