martedì 6 maggio 2008

Quando muoiono son tutti bravi

Quando nascono son tutti belli, quando si sposano son tutti ricchi, quando muoiono son tutti bravi. Questo proverbio che spesso raccontava nonno Pinin è la prima cosa che mi è venuta in mente ascoltando giorni fa in radio Alessandro Bergonzoni il quale, durante uno dei suoi pirotecnici interventi, sosteneva la terapeutica necessità di celebrare il funerale ai vivi. L'unica cosa a cui non si può rimediare è la morte, dunque perché non anticipare la celebrazione funebre al tempo in cui si è ancora in vita? Pensate a padri e figli che, per vecchi e presunti torti non si vedono più da tempo, potrebbero finalmente rivedersi (da entrambi vivi). Per non dire della pratica del piangere sui ricordi di chi non c'è più che verrebbe sostituita dal calore e dalla gioia del rincontrarsi. Come dice il proverbio, inoltre, la morte "slava" da tutti i difetti e le biricchinate commesse durante la propria esistenza. Ancora in vita, si potrebbe far notare al non ancora defunto non solo i pregi e le sue qualità, ma anche qualche angolo spigoloso da smussare, magari con il tempo.
In vita, però, bisogna fare i conti con uno spiacevole ostacolo: l'autoillusione. Questo diffusissimo fenomeno può vanificare gli influssi positivi del funerale ai viventi. Riuscire ad ammettere i propri errori, a fare tesoro dei consigli e migliorare crescendo (in altre parole, ad ascoltare), oggi è pratica in via di estinzione. Molto più diffusa, invece, è l'allergia ermetica al parere altrui, che si materializza in un sonoro "cazzo vuoi?". Badate bene, nessuno è immune dall'autoillusione, tutti ne portiamo una certa quantità in seno. Quante volte abbiamo diffidato degli avvertimenti degli amici che ci allertavano su pratiche non proprio angeliche della nostra fidanzata di turno? Ci siamo poi riscoperti pluri cornutazzi e col sedere bruciacchiato. Oppure abbiamo persistito di fronte ai NO secchi della tacchinata di turno e ai "non hai speranza, lascia perdere" della cumpa. Anche se devo dire che in campo sentimentale la persistenza, affiancata ad una buona dose di zerbinaggio, spesso premia: conosco ragazze che hanno dato quella cosina lì a maschietti non per amore o per sesso, ma per sfinimento.
Dunque: ascoltare e perseverare, crederci sempre, mollare mai. Se non molli, alla fine qualcuna te la smolla.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

ma come per sfinimento?! incredibboli!

Anonimo ha detto...

Auguri fenomeno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

augurissimi gasta!!!!
bacio!
beena

Anonimo ha detto...

auguri! Ormai hai raggiunto un età dove si deve mettere la testa a posto..

diego ha detto...

quanti anni!
ti ricordi quando eri giovane e prendevi le ragazze per sfinimento?..

Gasta ha detto...

faccio 31 anni /
non me ne sento neanche 20