domenica 26 ottobre 2008

L'involuzione della specie

Post in gara per la "Peperonata d'Oro" del Festival del riciclo
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Giovedì sera all’ennesima inaugurazione dell’ennesimo locale invernale (qui a Torino cambiano solo i locali, le facce e gli idioti son sempre gli stessi) ho potuto constatare l’intensificarsi tra i tavoli dei privè di una particolare specie dell’universo femminile torinese: la tamarracabina. Griffata, sguardi per nessuno, indifferente a tutto quello che non abbia le sembianze di un magnum, accento calabrese ed intercalari siculo-francesi (ex. “minchia però”). È l’evoluzione impazzita della shampista tradizionale nonché cugina maligna della nostra preferita, la pirotecnica shampachic.Non dobbiamo certo scomodare Darwin per affermare che è l’ambiente a compartimenti stagni della nostra tanto amata città delle auto e dei cioccolatini, militare prima e industriale poi, ad aver creato questi mostri. Tra i lampioni illuminati che cingono la Mole pure i trans portano il tauilleur e anche chi non può permetterselo se la tira. Una vera catastrofe per i maschietti smaniosi di fusa, carezze e graffi da gattine ruffiane. Dapprima sballottata alla deriva genetica, la specie (un po’ sfigata) dell’Homus Taurinense è uscita dalla pàuta e si è progressivamente evoluta, affinando le caratteristiche ruspanti che la rendono meglio adatta a questi ambienti aridi ed impervi. Ora possiede gli attributi per invadere l’Italia, ma di certo non lo farà. Non sia mai che qualcuno lo venga a sapere..
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Glossario:Shampista (o shampa): non ha bisogno di definizioni, l’antitesi della classe in formato scorreggia.
Tamarracabina: shampa con sindrome di inferiorità verso le cabinotte (o parioline, ecc..) che fa di tutto per assomigliarle.
Shampachic: shampa curata in modo grazioso e sobrio, che non dà a vedere la sua derivazione tamarra (fino a quando non la si vede sputare in terra).
Pàuta: \ p'&ut& \ sost. f. fango. Al plurale pàute. Vedere anche paciòch, nita.
(mi scuso se sull'argomento "shampa" manca qualche definizione, ce ne sarebbero troppe…)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

le torinesi se la tirano, i torinesi, però, anche loro...altro che spavaldi, cacasotto!

Anonimo ha detto...

ciau gasta! Pensa te..alla sagra del bollito avevano finito il bollito..una delusione puzzesca!!

Ci vediamo a quella del Porro?

Gasta ha detto...

carola
chi se la tira in generale di solito è un cacasotto

wood
non lo so ancora. In ogni caso ti farò sapere. Sei la regina delle sagre

Anonimo ha detto...

GASTA, la classe non è acqua, amiche mie non lo saranno mai..E i salotti buoni di Torino saranno sempre OUT per loro
Le classiche tipe che appena si "maritano" diventano delle bettoniere malvelstite e scolorite.

Anonimo ha detto...

Ciao Gasta, sono poco presente per via del mal di shiena. Non sarà la solita fesseria, comunque...
Sul tuo post nulla da dire.
se è piacevole stare con questo panorama davanti, si che è un bel disastro.
Da Perugia sembra che la Knoux sia l'assassina
Arial e buonanotte