mercoledì 22 ottobre 2008

Ritorno al Pinin

Post in gara per la "Peperonata d'Oro" del Festival del riciclo
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Credo di poter affermare con approssimativa sicurezza che mio nonno Giuseppe, detto Pinin, durante i suoi primi 30 anni abbia avuto la fortuna di conoscere suppergiù 400 ragazze. Noi, tra licei, università, vacanze in giro per il mondo, chat, facebook e avatar, all’incirca 4.000. Forse perché il povero nonno Pinin, ai suoi tempi, in un’ora di tragitto riusciva a percorrere una cinquantina di km. Noi, comodamente seduti su di un jet a 900 km/h, dopo 60 minuti ci troveremmo in qualche biondissimo paesino del nord Europa. Alta velocità, velocità della luce, internet che da “facile” diventa “veloce”. Che bello. Che bello che la tanto ambita velocità, traguardo e baluardo dell’era tecnologica, ci abbia fottuto senza che ce ne accorgessimo. Da quando quel pistola di Beniamino Franklin coniò il famoso detto “Il tempo è denaro” e, di fatto, promosse la “fretta” da fastidioso incomodo da debellare a entità più alta, ebbe inizio l’inesorabile discesa culturale e spirituale di noi occidentali. Acquistiamo, consumiamo e viviamo con frenesia qualsiasi cosa, con il risultato che la mentalità usa e getta ha appestato anche i rapporti interpersonali, che nascono, si consumano e muoiono in fretta. Nuova gente è arrivata e brama di conoscerci, perché sola. Più gente c’è, più ci sentiamo paradossalmente soli. Ovviamente la necessità di far presto a tutti i costi è arrivata anche dove non avremmo voluto, cioè nel sesso. Oltre alla crescente presenza dei simpatici eiaculatori precoci, lo testimoniano le tante prese di posizione in favore della mitica sveltina, anche da parte delle donne (!?!).
Chi volesse insorgere contro questo distorto modo di vivere il nostro tempo può trovarsi ogni sera al "Dopo lavoro" di Piobesi Torinese. Lì troverà uno sparuto gruppo di ribelli che giocano a scopa capeggiati da nonno Pinin. Che, non dimentichiamocelo, scrutò attentamente ognuna delle 400 pollastre a sua disposizione, ne scelse 1 e non la cambiò più.
Creta, estate 2006

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono daccordo con il nonno
Arial
Mi rendo conto di essere una comentatrice assidua!
Ciao
violette,blog,tiscali.it

Anonimo ha detto...

Non credo che il tuo nuovo header aderisca esattamente ai criteri di buon gusto per l'arredamento di un blog.
A parte il fatto che quei due mi pare di conoscerli.
(rimanga tra noi, lei è la wood prima della cura, la wood bionda che crediamo di conoscere, è un bluff, una teatrante ingaggiata per andare in giro con il suo nome).
zecche

Gasta ha detto...

Arial
finalmente ho capito tutto il messaggio
Zecche
è quello che volevo leggere da te

Anonimo ha detto...

Eppoi io mi lamento del mio culo.
Se guardo la Wood con quel costumino a fiori (prima erano dei ciclamini, poi una volta indossato sono diventati dei girasoli) io mi sento una strafiga magrissima.
:)

Anonimo ha detto...

walala'!! è tutto nuovo qua! bello bello
Beccata!! ma sei meglio di CORONA !
la foto mi è stata scattata il 15 d'agosto sulle rive del SANGONE dopo una grigliatona di salamelle e caciocavallo insieme al mio amante Vito Caccamo...Stavamo guardando la telia di pasta al forno dei vicini con l'acquolina in bocca..

Anonimo ha detto...

Ma Gasta, perchè a me, i commenti non mi si aprono nella stessa pagina e a te si?
Uffa.

Gasta ha detto...

boh

Anonimo ha detto...

Vito Caccamo? E cu è?